Fontana delle Api
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Descrizione
Costruita nel 1644 da Gian Lorenzo Bernini, si trovava in origine nell’angolo tra la Via Felice (odierna Via Sistina) e Piazza Barberini, addossata al palazzetto di proprietà di Nicolò Soderini. Aveva la funzione di abbeveratoio per i cavalli, sfruttando l’acqua di ritorno della vicina fontana del Tritone, di cui costituiva una sorta di appendice. La fontana fu demolita per motivi di viabilità nel 1865, ed i suoi frammenti vennero depositati nei magazzini comunali, dove rimasero per diversi decenni. Nel 1915 venne ricostruita da Adolfo Apolloni, scultore e Assessore alle Belle Arti del Comune di Roma, all’angolo di Via Veneto, non più a ridosso di un edificio, ma isolata e appoggiata ad alcuni massi di travertino. La fontana originale berniniana era costituita da una grande conchiglia con le valve aperte, una in piano a servire da catino, l’altra appoggiata all’angolo del palazzo Soderini, su cui era un’iscrizione che ricordava Urbano VIII Barberini (1623-1644). Sulla cerniera, nella parte superiore, erano tre api, simbolo della famiglia Barberini, da cui fuoriuscivano getti d’acqua. La ricostruzione moderna ha modificato molto l’aspetto del monumento. Oggi questo è costituito nella parte inferiore da un catino rotondo e scannellato, moderno come la valva superiore; unico frammento conservato della fontana di Bernini è una delle api. Inoltre, al posto dell’originale marmo lunense, è stato utilizzato il travertino, proveniente dalla demolita Porta Salaria.
L’iscrizione, ricostruita dal D’Onofrio, dice: "Il Sommo Pontefice Urbano VIII, costruita una fontana a pubblico ornamento dell’Urbe, a parte fece fare questo fontanile per uso dei cittadini nell’anno 1644, ventunesimo del suo pontificato".