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Un Principe

Data: da 17/01/20 a 18/01/20

Orario

Venerdì 17 e sabato 18 gennaio 2020
ore 20.30

La programmazione potrebbe subire modifiche o annullamenti. Si consiglia di verificare il sito e/o la pagina facebook del teatro.

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Piazza Bartolomeo Romano, 8
Zona: Quartiere Ostiense (Roma sud)

Informazioni

intero da € 15,00 a € 18,00
ridotto studenti € 8,00
ridotto studenti Università Roma Tre € 5,00
Infoline attiva due ore prima dello spettacolo al numero 0657332768

Contatti

Telefono: 06 57332768 (attivo a partire due ore prima dell’inizio degli spettacoli)

Descrizione

Un Principe
Ispirato ad Amleto di William Shakespeare

Con Daniele Aureli Amedeo, Carlo Capitanelli, Giulia Zeeti, Andriy Maslonki, Greta Oldoni, Matteo Svolacchia, Raffaele Ottolenghi
costumi: Francesco Marchetti“Skizzo”
realizzazione costumi: Elsa Carlani Cashmere
assistente alla regia: Matteo Svolacchia

drammaturgia e regia:  Massimiliano Burini

A cosa serve il Teatro? A cosa servono i classici? Non c’è niente di più di questa domanda nella scelta di tentare una nuova messa in scena di un’opera così maestosa come l’Amleto. Se il compito di questa società è distruggere l’animo umano e lo spirito degli uomini, sacrificando l’arte a vantaggio dell’economia di mercato, allora anche i classici, i libri e tutto quello che appartiene all’arte può essere dimenticato, bruciato in un grande falò.

Crepino gli Artisti ci verrebbe da gridare, citando un profetico T.Kantor, ma non prima di combattere fino all’ultimo verso. Abbiamo scelto di interrogarci sull’arte dell’attore, eliminando ogni orpello dalla scena. Lo spazio vuoto e 7 attori: niente di più. Evocare un ambiente, un momento preciso, nel quale lo spettatore insieme all’attore compie l’atto creativo attraverso l’immaginazione. Abbiamo scelto di sviluppare una drammaturgia che mettesse in evidenza dell’opera Shakesperiana la caduta di una stato, il marciume della società, l’avidità e la perdità di responsabilità. Si, perché se un classico deve servire a qualcosa, a nostro avviso oggi deve essere letto e raccontato, mettendo in evidenza il rapporto che esso ha con la società in cui viene rappresentato. C’è del marcio in Danimarca, c’è del marcio in Italia, c’è del marcio in questa società. Gli uomini dimenticano, troppo impegnati a compiere il loro cammino personale, i loro vizi, i loro desideri, le loro priorità.
 Dimenticano e uno stato marcisce. Tutto è alla deriva, è la follia. Ognuno di noi è un Principe, circondato da marionette, manipolato dal sistema e in lotta con la sua coscienza. Ognuno di noi è chiamato alla responsabilità. Essere o non essere. Tutto qui.

Massimiliano Burini (drammaturgo e regista)

 

Parole chiave

Data di ultima verifica: 07/10/19 17:14