Nello spettacolo Manuale di Volo per Uomo, Simone Cristicchi interpreta un quarantenne rimasto bambino, con un problema preoccupante: qualunque cosa guardino i suoi occhi - dal fiore di tarassaco cresciuto sull’asfalto, ai grandi palazzi di periferia - tutto è stupefacente, affascinante, meraviglioso!
Per molti è un “ritardato” da compatire, per alcuni un genio.
Sicuramente è un tipo strano, che ama disegnare, contare le lettere che formano le parole delle frasi, camminare lentissimo seguendo una sua indecifrabile traiettoria.
In realtà, Raffaello è un “Super-Sensibile”, e in quanto eroe possiede dei poteri speciali: la sua mente fotografica è dotata di una lente di ingrandimento che mette a fuoco i particolari, i dettagli che sfuggono agli altri esseri umani; cose minuscole e apparentemente insignificanti che nascondono però un’infinita bellezza, forse perché - come ama dire - “niente è più grande delle piccole cose!”.
Un produzione Corvino Produzioni, TSA Teatro Stabile d’Abruzzo, CTB Centro Teatrale Bresciano.
Nel racconto poetico e surreale del suo microcosmo, Raffaello descrive vicende minime ed universali del suo affollato quartiere, la grande città che fa paura, la madre malata di Alzheimer che vorrebbe tenerlo in una bolla di cristallo, il paradiso della Ferramenta dove tutto è catalogato alla perfezione; e poi meccanici romantici, emarginati invisibili, terribili guardiani di garage, ottantenni innamorati, e Ambra: sua ex compagna delle elementari e grande amore, ovviamente non corrisposto.
La sua memoria prodigiosa gli permette di ricordare i nomi e gli indirizzi di tutti gli abitanti del suo quartiere, oltre ai nomi di tutte le strade, imparate studiando maniacalmente la sua grande passione: il Tuttocittà.
Ma cosa farne di questo talento, di un dono così particolare, Raffaello non lo sa.
Per fortuna, un suo vecchio zio gli lasciò in eredità il suo “Manuale di volo per uomo”, uno zibaldone di aforismi, pensieri e disegni: una mappa geografica dell’anima, che lo aiuterà a trovare il suo posto nel mondo.
Forse "volare" significa non sentirsi soli, avere il coraggio di buttarsi nella vita, mantenendo intatto il bambino dentro di noi.
E soprattutto non lasciarsi sfuggire la bellezza che ci circonda.
Chissà se è arrivato il momento di cercare Ambra, quella ragazzina delle elementari tanto amata, e invitarla a prendere un gelato, per poterla guardare negli occhi e starle accanto.
Anche solo per un pomeriggio.