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Fellini tra tavola e cucina, ricordando l’Artusi

Data: da 14/10/20 a 04/11/20

Descrizione

Fellini tra tavola e cucina, ricordando l’Artusi 15 febbraio - 31 marzo 2021 a cura di Antonio Maraldi prodotta e organizzata da: Centro Cinema Città di Cesena, Regione Emilia Romagna Casa Artusi di Forlimpopoli, Cineteca del Comune di Rimini in collaborazione: Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale di Roma Cinemazero di Pordenone, Barilla G. & R F.lli SpA. Centro Cinema Città di Cesena ORARI (LUNEDì– VENERDì 10:00 - 18:00) Due anniversari di romagnoli illustri come Federico Fellini (centenario della nascita) e Pellegrino Artusi (bicentenario della nascita), accomunati nel saporito binomio cinema e cibo; il primo tra i maggiori registi della storia del cinema e il secondo, gastronomo e scrittore, autore del celebre libro di ricette La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene (1891).  Un omaggio reso con una esposizione di foto inerenti a scene culinarie e conviviali, tratte dai film del Maestro. Immagini che documentano comparse e protagonisti raccolti attorno a tavole imbandite (matrimoni, feste), a più circoscritti deschi familiari o a mangiate solitarie. Non mancano foto di backstage sulle pause mangerecce delle troupe e del regista e di  celebri spot diretti da Fellini. Il percorso alimentare felliniano è testimoniato a partire da I vitelloni (1953) fino a Ginger e Fred (1986), toccando, tra gli altri, riconosciuti capolavori, come La strada (1954), La dolce vita (1960), 8 ½  (1963) e  Amarcord (1973). La documentazione fotografica è frutto del lavoro di alcuni dei maggiori fotografi di scena del cinema italiano e proviene da archivi pubblici e collezioni private. Ad arricchire la mostra, anche foto a documentazione degli spot girati da Fellini per Barilla (Alta società – Rigatoni) e per  la Banca di Roma. FEDERICO FELLINI Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 dal romagnolo Urbano e dalla romana Ida Barbiani. Dopo aver frequentato il liceo classico, nel 1939 si trasferisce a Roma, ufficialmente con l’intenzione di studiare giurisprudenza.  Frequenta invece il mondo dell’avanspettacolo e della radio e inizia a scrivere copioni e gag. Nel 1943 incontra la giovane attrice Giulietta Masina che sposerà alla fine di quell’anno e sarà sua compagna per tutta la vita Come sceneggiatore collabora, tra gli altri, con Roberto Rossellini (Roma città aperta e Paisà) Pietro Germi e Alberto Lattuada. Con quest’ultimo, dirige  in comproprietà Luci del varietà (1950). Nel 1952 realizza da solo Lo sceicco bianco, seguito da I vitelloni (1953), Leone d’argento al festival di Venezia. L’anno dopo con La strada vince l’Oscar come miglior film straniero. Nel 1957 ottiene il secondo Oscar con Le notti di Cabiria. Con La dolce vita (1959), Palma d’oro a Cannes, ottiene un successo internazionale che rende il suo nome celebre in tutto il mondo. Nel 1963 esce 8½, forse il momento più alto dell’arte felliniana, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero e per i costumi. Seguiranno, tra gli altri,  Fellini-Satyricon (1969), Roma (1972), Il Casanova (1976), Prova d’orchestra (1979), La città delle donne (1980), E la nave va (1983), Ginger e Fred (1986).  Amarcord, del 1973, un affettuoso e ironico ricordo della Rimini dell’adolescenza gli vale il quarto Oscar. Il suo ultimo film, La voce della luna è del 1990. Nella primavera del 1993 Fellini riceve l’Oscar alla carriera. Si spegne a Roma il 31 ottobre dello stesso anno, provocando un immenso cordoglio in tutto il mondo. PELLEGRINO ARTUSI Pellegrino Artusi nasce a Forlimpopoli, nel cuore della Romagna, il 4 agosto 1820, unico maschio dei 13 figli di Agostino e Teresa Giunchi. Gli Artusi sono commercianti e il giovane Pellegrino, avviato a seguire le orme del padre, compie studi discontinui, con interessi prevalentemente letterari. Nel 1851, dopo l’irruzione a Forlimpopoli della banda del “Passatore”, il brigante Stefano Pelloni, la famiglia Artusi si trasferisce a Firenze, dove continua l’attività commerciale prelevando un banco di seta. Nella sua casa di piazza d’Azeglio 25, Pellegrino coltiva le sue passioni, da cui nascono una biografia di Ugo Foscolo, un commento alle lettere di Giuseppe Giusti e,  soprattutto, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene il libro di cucina per eccellenza, quello che fonda la cucina italiana moderna. Quindici edizioni in vent’anni, dal 1891 al 1911, riviste e curate direttamente dall’autore, per essere poi, fino ai giorni nostri, continuamente rieditato, copiato, piratato, tradotto in molte lingue. Un ricettario, un Manuale pratico per le famiglie, come dichiara il frontespizio, dal successo tanto travolgente quanto inaspettato, basato su un programma gastronomico semplice e alla portata di tutti, riassunto nella triade Igiene - Economia - Buon gusto che campeggia anch’essa nel frontespizio. Con questi riferimenti di base, Artusi sviluppa in 790 ricette il primo profilo gastronomico nazionale, col quale tutti gli autori successivi dovranno misurarsi. Nella casa fiorentina Artusi vivrà fino al 30 marzo 1911. La notizia della sua morte arriva due giorni dopo al paese natale, nominato  dal gastronomo suo erede testamentario.

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Data di ultima verifica: 12/11/20 10:21