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Data: da 01/07/11 a 04/09/11

Orario

Dal 1° luglio al 4 settembre 2011
Tutte le sere, dal martedì alla domenica, dalle ore 20,30 alle 00,30 (ultimo ingresso ore 23,30).
Le visite sono possibili sia autonomamente, sia con visite guidate. Queste ultime sono sono prenotabili in loco o ai numeri 06 88522480 - 06 88522517 (lun - ven ore 10-18 / sab - dom ore 15-18) o per e-mail.

Per le visite guidate è fortemente consigliata la prenotazione

N.B. Martedì 30 agosto 2011, in concomitanza con la manifestazione “Martedì in Arte”, ingresso gratuito al solo Castello
dalle ore 19,00 alle ore 22,00 (ultimo ingresso).
Rimarranno chiusi al pubblico, per ragioni di sicurezza, il Passetto di Borgo, la Stufetta di Clemente VII e le Prigioni Storiche.

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Lungotevere Castello, 50
Zona: Rione Borgo (Castel Sant'Angelo) (Roma centro)

Informazioni

Visita gratuita previo acquisto del biglietto di ingresso al Castello (€ 9,00)

Ingresso al Castello
: € 9,00
Gratuito per i minori di anni 10

Contatti

Telefono: 06 88522480 - 06 88522517 (lun - ven ore 10-18 / sab - dom ore 15-18)
Sito web: http://castelsantangelo.beniculturali.it/index.php?it/22/eventi/35/notti-destate-a-castel-santangelo
Prenotazione online: segreteria@munus.com
Prenotazione telefonica: 06 88522480 - 06 88522517 (lun - ven ore 10-18 / sab - dom ore 15-18)

Descrizione

Nell'ambito della manifestazione "Notti d'Estate a Castel Sant'Angelo", tutte le sere dal martedì alla domenica ci saranno delle visite straordinarie al Passetto di Borgo, alle Prigioni Storiche e alla Stufetta di Clemente VII.

IL PASSETTO DI BORGO
Il Passetto di Borgo è un lungo e suggestivo camminamento di circa 800 metri che collega il Castello ai Palazzi Vaticani, ricavato al di sopra delle mura che delimitavano la cittadella leonina. Il camminamento fu realizzato per facilitare il passaggio dei pontefici ai propri appartamenti privati, ma soprattutto per garantire una via di fuga in caso di pericolo. Fu usato per la prima volta al tempo di Nicolò III (1277-80) e fu poi risistemato sotto Nicolò V che si dedicò all’assetto urbanistico di Borgo e alla creazione di un appartamento pontificio all’interno del Castello. Il passetto divenne strategico in occasione del Sacco di Roma del 1527, poiché permise al papa Clemente VII di sfuggire alle violenze dei lanzichenecchi.

LE PRIGIONI STORICHE
Sotto il cortile di Alessandro VI si apre una serie di ambienti ricavati nella sezione del muro cilindrico del mausoleo adrianeo, destinati a riserve alimentari (grano, olio e acqua raccolta dal Tevere), a cisterne e a prigioni. Nello scendere verso tali segrete, si incontra un ambiente definito il Parlatoio e poi ci si inoltra in un corridoio molto basso sul quale si aprono le anguste e buie celle, per poi passare
ai silos.
Le celle furono usate come prigioni dal Rinascimento sino all’Ottocento e tra i personaggi più famosi che furono segregati a Castello ricordiamo lo stesso papa Alessandro III Farnese, l’umanista italiano Pomponio Leto, Benvenuto Cellini, Giordano Bruno, Beatrice Cenci, il conte di Cagliostro.
Tra le varie storie di detenzione la tragica vicenda umana di Beatrice Cenci, giovane esponente dell’aristocrazia romana, vissuta alla fine del Cinquecento. Per sottrarsi alle sevizie che il padre le infliggeva, Beatrice lo fece uccidere e per questo fu giustiziata sulla piazza di Ponte Sant’Angelo, alla presenza di una grande folla commossa.

LA STUFETTA DI CLEMENTE VII
La Stufetta di Clemente VII, un vero gioiello architettonico e decorativo della prima metà del Cinquecento, era la sala da bagno dei pontefici: comprendeva la piccola sala del bagno, un ambiente sottostante destinato al riscaldamento dell’acqua e un ambiente superiore usato come spogliatoio. La Stufetta, di ridottissime dimensioni (260 x 150 cm), decorata ad opera di Giovanni da Udine su probabile disegno di Giulio Romano, con stucchi e affreschi raffiguranti, tra motivi a grottesche con putti, delfini, cigni ed elementi vegetali, scene mitologiche e troni degli dei dell’Olimpo, i quali, lasciati i propri attributi e le vesti accompagnavano, in un mondo fantastico, il pontefice nel rito del bagno.
E’ di particolare importanza la Stufetta di Castello perché è uno dei pochissimi esempi di bagni rinascimentali, chiamati appunto stufa, perché legati concettualmente alle terme romane, dove si prendevano i bagni terapeutici di vapore.

Data di ultima verifica: 30/08/11 10:28