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Data: da 14/03/20 a 15/03/20

Orario

SPETTACOLO ANNULLATO

In seguito alle disposizioni governative, il Teatro Palladium, in quanto sede dell'Università Roma Tre, sospende le sue attività fino al 15 marzo 2020. Se nei prossimi giorni la situazione non dovesse cambiare, la chiusura del teatro si protrarrà fino al 3 aprile, in linea con il dettato del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Per il rimborso dei biglietti e/o delle prevendite acquistate è possibile recarsi presso la biglietteria del teatro (piazza B. Romano, 8) oggi 5 marzo e giovedì 12 marzo, dalle ore 17.00 alle ore 19.00.
I biglietti acquistati online su Ticketone saranno automaticamente rimborsati entro 7 giorni dalla data dell'evento.

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Piazza Bartolomeo Romano, 8
Zona: Quartiere Ostiense (Roma sud)

Contatti

Descrizione

Prima della pensione ovvero Cospiratori

Compagnia Le belle bandiere

Progetto, scene e regia di E. Bucci e M. Sgrosso

Con E. Bucci, M. Sgrosso ed E. Vergani

“Prima della pensione” fu scritto al tempo del cosiddetto ‘affare Filbinger’, per aver chiesto un trattamento carcerario meno disumano per uno dei componenti del gruppo Baader-Meinhof. Claus Peymann (il regista al quale Bernhard affidò molti dei suoi lavori), considerato un simpatizzante del terrorismo, era stato costretto a lasciare la direzione del teatro di Stoccarda proprio da quello stesso presidente del Baden-Württemberg di cui negli stessi giorni si venne a sapere che era stato un fedelissimo di Hitler e aveva svolto fino all’ultimo funzioni di giudice nella marina militare. La pièce andò in scena come ultima regia di Peymann a Stoccarda (dall’introduzione all’edizione italiana del testo). Nel suo tormentato amore per il teatro Thomas Bernhard non permette mai che ci si adagi in un solo punto di vista. Niente è vero e niente è falso. Allo stesso tempo pare incarnare il tempo sacrosanto della rabbia che si arma contro la stupidità, la prepotenza e il conformismo. L’odio verso la sua terra, nella quale ha sempre voluto tornare, per il suo popolo, per le meschinità e i crimini degli umani e degli artisti in particolare trova nella sua opera un’espressione talmente vasta, minuziosa e perfetta da diventare una canzone d’amore, un flamenco disperato urlato in solitudine. È un odio che nasce da uno struggente desiderio di poter essere contraddetto. La stessa geniale malattia maniaca che traspare dalle sue pagine pare guarire quando si mette al servizio di una scrittura splendida e di personaggi dietro i quali si intravede la sua maschera irrequieta. I suoi eroi del male, sconfitti, falliti in apparenza, per sempre affabulanti, sembrano antichi personaggi della tragedia greca e come tali, ingenui, crudeli, tremendi e di pietra. 

Parole chiave

Data di ultima verifica: 05/03/20 14:42