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Data: 05/11/16

Orario

Sabato 5 novembre 2016 ore 21.00

Indirizzo

Indirizzo: Via Capraia, 81
Zona: Val Melaina (Roma nord)
presso il CCP CENTRO di CULTURA POPOLARE del TUFELLO

Informazioni

A persona: € 7,00
Tessera annuale: € 1,00

A fine serata Pasta e vino per tutti

Contatti

Telefono: 06 8718 4111
Fax: 06 8718 4111
Sito web: www.ccptufello.org

Descrizione

I Sogni in una Stanza
Quattro “CORTI” Teatrali    

LA MALATTIA
di Sandro Calabrese
La malattia intesa come l’emarginazione dell’artista, come esclusione, come indifferenza da parte di una società che, prima come adesso, ha sempre visto l’artista come un individuo “malato” che non accetta di vivere una vita di tranquilla disperazione insieme agli altri.
Un artista in scena, un attore che, con la sua contraddizione, cercherà di spiegare al pubblico ma soprattutto a se stesso, quanto sia difficile guarire da questa “malattia”, ma soprattutto quanto sia disponibile a curarsi, nonostante le sofferenze, le umiliazioni e le delusioni subite ogni giorno, proprio come ogni altra malattia.

CALZA LE MIE SCARPE
di Miriam Polli
Sei donne, sei paia di scarpe che rappresentano la loro identità, il loro ruolo sociale, le loro aspirazioni, i loro desideri, i loro bisogni.
Un viaggio nel tempo e nel mondo femminile attraverso un oggetto che protegge ma è anche simbolicamente seduttivo.
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi i miei anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io
Luigi Pirandello

STORY TELLER
di Claudio Trinca
“Bravo. Ma di lavoro serio che fai?” o addirittura “Perché non ti trovi un lavoro serio?”.
Sono le domande ricorrenti rivolte ad un artista, sia egli uno scrittore, un pittore, un attore o un musicista. Ma non solo ad un artista. A chiunque voglia seguire le proprie passioni.
Sembra che il lavoro debba necessariamente essere qualcosa che non piace. Seguire le proprie passioni è qualcosa di anormale in questa società dove la “ragione” del guadagno ha la meglio sul “sentimento”  delle proprie passioni, soprattutto se meno remunerative anche se più appaganti.
Ma questo assioma vale solo per gli artisti? Quanti di noi mascherano le proprie attitudini per conformarsi ed accontentarsi di ciò che la vita gli propone?

834
di Francesco Rizzo
Vincitore del premio TheatrAgonon come miglior testo (Francesco Rizzo) e come miglior interpretazione (Sandro Calabrese), 834 è un breve monologo sul tempo, sulle parole e sull'importanza che tutto questo ha nella nostra vita.
Noi molte volte non ci accorgiamo di come usiamo le nostre parole e la nostra vita. Spesso ci sembra un'interminabile successione di momenti uguali e insensati, ma forse tutto sta nell'utilizzare meglio tutto ciò che abbiamo, a partire dalle nostre parole e da tutto quello che da queste può scaturire.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 31/10/16 09:52