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Data: da 16/09/19 a 30/09/19

Orario

ANNULLATO
nelle stesse date andrà in scena: Le opere complete di Shakespeare in novanta minuti

16, 23, 30 settembre  2019
Ore 21.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Largo Aqua Felix
Zona: Quartiere Pinciano (Roma centro)
Adiacente Piazza di Siena

Informazioni

L'evento in programma il 16, 23 e 30 settembre a Roma, Globe Theatre di Villa Borghese è stato annullato. E' possibile richiedere il rimborso del biglietto, inclusa la prevendita, presso il Punto Vendita dove è stato effettuato l'acquisto entro e non oltre il 10 ottobre.

Contatti

Descrizione

Edmund Kean
Regia di Gigi Proietti
di Raymund FitzSimons

Un uomo solo nel suo camerino. Beve, si trucca ma soprattutto interpreta e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean, grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani, e poi la rovinosa decadenza. Ad interpretarlo è Gigi Proietti, nel testo scritto da Raymond FitzSimons per Ben Kingsley, già portato in scena a Taormina ventisette anni fa, ripreso nella scorsa stagione come omaggio affettuoso a Shakespeare in occasione dei quattrocento anni dalla sua morte e riproposto quest’anno per soddisfare la grande richiesta da parte del nostro pubblico. Il copione è più che un testo chiuso: è un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare. Mai come in questo caso, celebrare un genio del teatro attraverso la figura di un attore è un gesto dovuto, perché proprio agli attori si deve la sopravvivenza dei testi e la vitalità dei versi che ancora ci emozionano, a loro il merito di averli traghettati fino a noi dall’epoca d’oro Elisabettiana attraverso secoli di buio e disinteresse.

Oggi che le opere del Bardo sono celebrate e diffuse in tutto il mondo, è difficile credere che non sempre sia stato la stella polare che è ora. Ma la sua vera fortuna è iniziata solo nel secondo Settecento, con Goethe e Lessing. Furono loro a farlo uscire da una sorta di letargo, all’epoca dell’invenzione dei teatri pubblici in Germania. Fu una rivoluzione anche se, dopo la condanna dell’Illuminismo, per cominciare ad avere una diffusione massiccia delle opere e dell’identità artistica del poeta di Stratford bisogna aspettare l’inizio dell’Ottocento, quando nel maggio del 1828 da Londra arriva a Parigi Edmund Kean ad interpretare il ruolo di Riccardo III. È famoso. È molto amato dai poeti romantici e Byron lo considera un genio. 

Il suo merito è quello di aver scardinato la forma classica della recitazione, in contrapposizione alle interpretazioni di un altro grande attore inglese, John Kemble, inventando una recitazione emozionale e moderna. Kean arriva ubriaco a Parigi e le rappresentazioni sono inficiate dal suo stato alterato. Ma è affascinante e maledetto come una rock star degli Anni Settanta e tutta l’intellighenzia europea lo accoglie come una rivelazione. Attraverso lui Victor Hugo vede esaltati i materiali shakespeariani e, nella prefazione al suo Cromwell, dice che Shakespeare sa come comporre un dramma vero che rispecchi gli aspetti contraddittori e opposti della vita, e propone, seguendo il modello del Bardo, di mescolare nell’arte sublime e grottesco, cioè tragico e comico, bello e brutto, bene e male, luce e ombra, realtà e fantasia. L’impatto di Kean con il mondo parigino è così potente che Alexandre Dumas scrive sull’attore inglese un testo: Kean, ou Désordre et Génie. Genio e sregolatezza. un sottotitolo destinato a divenire proverbiale, che nello spettacolo fa da contrappunto a successi e frustrazioni, amori, odi, sconfitte ai quali prestano voce i grandi personaggi shakespeariani che finiscono col confondersi con l’interprete e ne compongono la biografia.

Accade così che un filo intrecciato con le parole di Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth, Otello, unisca Proietti a Kean, e Kean a Shakespeare, in una celebrazione dell’evocazione e del racconto. Un passaggio di testimone da un secolo all’altro, che trova la sua collocazione ideale nel vuoto spazio del Globe, nel rapporto ravvicinato con il pubblico, nella forma antica del monologo.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 29/08/19 14:08