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Data: da 11/02/20 a 23/02/20

Orario

Dall'11 al 23 febbraio 2020 

Prima - ore 21.00
martedì e venerdì - ore 21.00
mercoledì e sabato - ore 19.00
giovedì e domenica - ore 17.00
Lunedì riposo

La programmazione potrebbe subire modifiche o annullamenti. Si consiglia di verificare il sito e/o la pagina facebook del teatro.

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52
Zona: Rione Pigna (Torre Argentina) (Roma centro)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Prenotazione consigliata

Contatti

Descrizione

Arlecchino servitore di due padroni
di Carlo Goldoni

regia Valerio Binasco
con (in o. a.) Natalino Balasso, Fabrizio Contri
Michele Di Mauro, Lucio De Francesco, Denis Fasolo
Elena Gigliotti, Gianmaria Martini, Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati

Un gioioso tuffo nella Commedia dell’Arte con l’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni per la regia di Valerio Binasco, che si confronta con la grande tradizione comica italiana in questo formidabile congegno teatrale dai meccanismi vorticosi.
Il regista e attore piemontese cinque volte premio Ubu Valerio Binasco si confronta con un grande titolo del repertorio rileggendo l’Arlecchino servitore di due padroni con uno spettacolo di forte impatto cinematografico: il testo corale dal congegno comico perfetto, quello goldoniano, incontra la dimensione fulminante della commedia all’italiana di Totò e Monicelli, riferimento stilistico e di concetto per un artista che ama cercare i segreti dei classici nelle corde del mondo contemporaneo. La fattura giocosa, sospesa, intatta nella sua grazia, della penna goldoniana ben si presta allora a vestirsi dei meccanismi comici di una borghesia dinamica e virtuosa che celebra l’intraprendenza femminile e l’amore romantico, e al contempo si confronta coi temi della povertà – latente nella leggendaria fame di Arlecchino - e del dolore: «Mi rendo conto che quest’uomo è capace di una scrittura che è solo in apparenza di superficie – riflette Valerio Binasco - ma se vado nei dettagli, non dico del testo - non sono un gran cultore delle parole -, ma delle relazioni, delle ragioni che spingono i personaggi a dire quelle cose e non altre, scopro una ricchezza di toni interiori che ben si adatta ad essere interpretata con sensibilità contemporanea.
[…] In tutte le edizioni che ho visto - in primis, naturalmente, quella di Strehler, che non può non condizionarmi, anche se più per opposizione – tutto è sempre arlecchinocentrico, per così dire, ossia tutto è visto dal punto di vista di questa maschera onnipotente e immortale. Ma se racconto questa storia dal punto di vista degli altri personaggi, allora è come se questa commedia fosse continuamente in fuga dalla morte e dalla disperazione. In fondo, tutto inizia con un omicidio. Mi piacerebbe raccontare la storia di questi quattro amanti, goffi e un po’ stupidi.
Florindo e Beatrice sono decisamente tragici; gli altri due, Clarice e Silvio, più leggeri; ma tutti e quattro sono precipitati nella disperazione dagli equivoci scatenati, con estrema egocentrica leggerezza, da Arlecchino». Valerio Binasco dirige un gioioso ritorno alla grande tradizione della Commedia dell’Arte mettendo al servizio della macchina dell’improvvisazione le battute folgoranti,
i movimenti pieni di energia e lo spirito caustico che da sempre caratterizzano il timbro del suo lavoro con gli attori. Arlecchino e i suoi compagni di viaggio tornano così a celebrare la potenza del teatro nella festa di una commedia che dal 1746 non smette di stupire gli spettatori con il suo entusiasmo irresistibile.

Produzione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale con il sostegno di Fondazione CRT

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Data di ultima verifica: 11/02/20 10:23