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Data: da 04/12/20 a 06/12/20

Orario

Il teatro è chiuso nel rispetto delle misure di contenimento anti Covid-19.

Dal 4 al 6 dicembre 2020

Venerdì 4 e sabato 5 dicembre ore 21.00
Domenica 6 dicembre ore 17.30

Il programma potrebbe subire variazioni, consultare il sito ufficiale

Informazioni

Info biglietti:
Intero € 11,00
Ridotto € 9,00
Giovani €  8,00
Invalidità  € 6,00
Diversamente abili €  2,50
Prezzo speciale GIFT CARD 10 ingressi  € 77

Nuove date in via di definizione

info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it

Contatti

Descrizione

Napule'70
di e con Claudio Ascoli
e con la partecipazione di Sissi Abbondanza
voci Antonia Cerullo, Bartolo Incoronato, Sissi Abbondanza e Matteo Pecorini
musiche Dario Ascoli
sonorizzazioni Alessio Rinaldi
Scene e costumi Sissi Abbondanza e Paolo Lauri
disegno luci Renato Esposito
video Dario Trovato
suoni e video mapping Matteo Pecorini

Chille de la Balanza
Sono i magici anni ’70 di Napoli, forse nei tempi recenti quelli più ricchi di presenze creative ed artistiche di assoluto rilievo. Non è un caso che di lì a pochi anni la straordinaria Festa Nazionale de L’Unità (Napoli Mostra d’Oltremare settembre 1976) che si chiude con l’indimenticabile comizio di Berlinguer davanti ad una folla immensa e con il ritorno di Eduardo in “Natale in casa Cupiello”, non è un caso che la Festa si apra proprio con un evento del Nuovo Teatro Napoletano. Su proposta dei Chille, cui è affidato il primo momento, va così in scena “Un cane randagio”, esplicito omaggio a Vladimir Majakovskij.

Un decennio, ‘70-’80, ricco di occasioni irripetibili: dalla nascita di Estate a Napoli a quel Masaniello che invase in forma nuova luoghi antichi. Un decennio che si conclude domenica 23 novembre 1980: il terremoto. La ferita è profonda, l’utopia di chi anche in cultura aveva tanto speso per una rinascita di Napoli subisce un colpo mortale

Diverse le risposte, le strade intraprese dagli Artisti napoletani. Uno spettacolo, un emozionante divertente incontro tra corpi di allora e di adesso, tutti positivamente infettati dall’idea di cambiare il mondo anche nell’apparente impossibilità: “Le cose più belle non sono quelle che hanno senso, ma quelle che hanno sensi, che ti prendono il corpo, nella totalità”. Una narrazione tra sogno e realtà, discontinua, talora buia, spesso – si spera– piena di luci.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 10/11/20 12:32