060608


Roma Capitale
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Data: da 15/07/15 a 08/08/15

Orario

15, 18, 20, 24, 28, 31 luglio; 4, 8 agosto. Spettacoli ore 21.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Viale delle Terme di Caracalla, 52
Zona: Rione Celio (Terme di Caracalla) (Roma centro)

Informazioni

Poltronissime € 100,00
Settore A Intero € 75,00
Settore B Intero € 55,00
Settore C Intero € 40,00
Settore D Intero € 25,00

Agevolazioni:
- giovani fino al 25° anno di età, studenti e anziani con età superiore ai 65 anni: 10% di riduzione sul prezzo intero del biglietto
- CRAL e Associazioni culturali (minimo 10 persone), convenzioni: riduzione del 10% sul prezzo intero del biglietto

Botteghino Teatro dell'Opera
Piazza Beniamino Gigli, 1 - 00184 Roma
Tel. 06 48160255 – 06 4817003 - Fax 06 4881755
ufficio.biglietteria@operaroma.it

Orari di apertura:
Dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18; domenica dalle 9 alle 13.30.
La Biglietteria è sempre chiusa nei giorni di festività.
I soli biglietti relativi allo spettacolo del giorno saranno venduti nel luogo di rappresentazione:

- al Teatro dell'Opera, da un’ora prima e fino a quindici minuti dopo l’inizio dello spettacolo

- alle Terme di Caracalla, a partire da un’ora e mezza prima e fino a 30 minuti dopo l’inizio della rappresentazione.

Le forme di pagamento dei biglietti allo sportello sono le seguenti:
- con denaro contante in Euro
- con assegno circolare “non trasferibile” intestato a Fondazione Teatro dell’Opera di Roma
- con assegno bancario intestato a Fondazione Teatro dell’Opera di Roma e previa esibizione di un documento d’identità
- con carta bancomat e carte di credito: American Express, Visa, CartaSi, Diners, JCB, Maestro, BankAmericard, Mastercard

Prenotazione telefonica al n° 06 48160255 e ritiro allo sportello entro 48h.

Prenotazione via fax allo 06 4881755 o via mail ufficio.biglietteria@operaroma.it senza pagamento di alcuna commissione e, previa conferma della stessa, pagamento con bonifico bancario entro 5 giorni dalla ricezione della conferma

Acquisto on line con carta di credito, senza pagamento di alcuna commissione, www.listicket.it

Punti vendita LisTicket

Call Center Acquisto attraverso call center LisTicket con carta di credito: 892982 (dall’estero 00390260060900)

Contatti

Descrizione

Musica di Giacomo Puccini

Direttore Jurai Valcuha

Regia, scene, costumi, luci Denis Krief

Maestro del Coro Roberto Gabbiani

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Canto Corale del Teatro dell'Opera diretta da José Maria Sciutto
Nuovo allestimento
con sovratitoli in italiano e inglese

Interpreti

Turandot Iréne Theorin / Maria Billeri 31, 4, 8

Calaf Jorge De Leon / Antonello Palombi 20, 31, 4, 8

Liù Maria Katzarava / Rocío Ignacio 28, 31

Ping Igor Gnidii

Pong Massimiliano Chiarolla

Pang Gianluca Floris

Timur Marco Spotti

Mandarino Gianfranco Montresor

Altoum Max Renè Cosotti

Trama

L'azione si svolge a Pechino, “al tempo delle favole”.
Un mandarino annuncia pubblicamente un editto: Turandot, figlia dell'Imperatore, sposerà quel pretendente di sangue reale capace di risolvere tre indovinelli da lei stessa proposti; colui però che non saprà risolverli verrà decapitato. Il principe di Persia, l'ultimo dei tanti pretendenti sfortunati, ha fallito la prova e sarà giustiziato al sorgere della luna. All'annuncio, tra la folla desiderosa di assistere all'esecuzione, sono presenti il vecchio Timur che, nella confusione, cade a terra, e la sua schiava fedele Liù. Un giovane accorre ad aiutare il vegliardo: è Calaf, che riconosce nell'anziano uomo suo padre, re tartaro spodestato. Si abbracciano commossi e il giovane Calaf prega il padre e la schiava Liù, molto devota e innamorata di Calaf, di non pronunciare il suo nome per non essere riconosciuto dai regnanti cinesi che hanno usurpato il trono del padre. Entra il corteo che accompagna la vittima. Alla vista del giovane principe, la folla si commuove e invoca la grazia per il condannato, ma Turandot, glaciale, con un gesto dà l'ordine al boia di giustiziare l'uomo. Calaf, che prima l'aveva maledetta per la sua crudeltà, ora impressionato dalla regale bellezza di Turandot, decide di tentare anche lui la risoluzione dei tre enigmi. Tentano di dissuaderlo prima Timur e Liù, poi tre ministri del regno Ping, Pong e Pang. Ma Calaf, quasi in una sorta di delirio, si libera di loro e suona tre volte il gong, invocando il nome di Turandot, che appare quindi sulla loggia del palazzo imperiale e accetta la sfida.

Ping, Pong e Pang si lamentano delle esecuzioni delle troppe sfortunate vittime di Turandot. L'imperatore Altoum invita Calaf, presentatosi come Principe Ignoto a desistere, ma quest'ultimo rifiuta. Il mandarino fa dunque iniziare la prova, mentre entra Turandot. La bella principessa spiega il motivo del suo comportamento: molti anni prima il suo regno era caduto nelle mani dei tartari e, in seguito a ciò, una sua antenata era finita nelle mani di uno straniero. In ricordo della sua morte, Turandot aveva giurato che non si sarebbe mai lasciata possedere da un uomo: aveva così inventato il rito degli enigmi, convinta che nessuno li avrebbe mai risolti. Calaf riesce a risolvere uno dopo l'altro gli enigmi e la principessa, disperata e incredula, si getta ai piedi del padre supplicandolo di non consegnarla allo straniero. Ma per l'imperatore la parola data è sacra. Turandot si rivolge allora al Principe e lo ammonisce che in questo modo egli avrà solo una donna riluttante e piena d'odio. Calaf la scioglie allora dal giuramento proponendole a sua volta una sfida: se la principessa, prima dell'alba, riuscirà a scoprire il suo nome, egli si sottoporrà alla scure del boia. Il nuovo patto è accettato, mentre risuona un'ultima volta, solenne, l'inno imperiale.

Quella notte nessuno deve dormire a Pechino, il nome del principe ignoto deve essere scoperto a ogni costo, pena la morte. Calaf intanto è sveglio, convinto della vittoria. Ping, Pong e Pang gli offrono qualsiasi cosa in cambio del suo nome, ma il principe rifiuta. Nel frattempo, Liù e Timur catturati, vengono portati davanti ai tre ministri. Turandot, ordina loro di parlare. Liù, per difendere Timur, afferma di essere la sola a conoscere il nome del Principe Ignoto, ma dice anche che non svelerà mai il suo nome. Torturata, continua a tacere per amore di Calaf, poi nel timore di non sopportare altre torture strappa il pugnale ad una guardia e si uccide.

Illustrazione di Gianluigi Toccafondo