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Data: 21/01/22

Indirizzo

Indirizzo: Viale Pietro De Coubertin, 30
Zona: Quartiere Parioli (Roma nord)

Contatti

Descrizione

  La formula delle conferenze cantate di Mauro Gioia ricalca il modello delle amate lezioni di storia realizzate negli anni dall’Auditorium per proporre un percorso di analisi della canzone e dei suoi protagonisti a partire da un focus su Napoli e la sua produzione. Tra materiali d’archivio, incisioni rare che tornano in vita grazie all’ascolto dal vivo di 78 giri storici e brani iconici interpretati dalla voce del conferenziere-cantante Mauro Gioia e ospiti, musicali e non, il primo appuntamento, il 21 gennaio, è con Enrico Caruso. Anzi, con tutto quello che ancora non sapete su di lui.

Si chiama “Enrico Caruso, la prima pop star della storia” e parte dal mistero della morte del tenore napoletano – che si spense a soli 48 anni proprio cento anni fa – per ricostruire la carriera artistica e la vita personale fatta di eccessi, amori travagliati, aule di tribunale. Ma ci sarà spazio anche per il Caruso americano diventato ambasciatore del Made in Italy a tavola e della canzone napoletana nel mondo, dai maccheroni a Core ‘ngrato. La conoscete la ricetta degli spaghetti Caruso?

La seconda conferenza cantata, in programma il 4 marzo 2022, si intitola “Cantanti Alfa”, ed è dedicata al tema del maschio nella canzone napoletana tra senso di colpa, femminicidio e mammismo. Tra le due guerre era comune ascoltare canzoni napoletane nelle quali un uomo supplica un giudice di rilasciarlo perché considera giusto aver ucciso la sua donna; o un altro confessare “l’ho sfregiata ma le voglio ancora bene”. E accanto alla violenza c’è l’amor folle per la mamma. La realtà cantata in quegli anni è, purtroppo, ancora quotidianamente alla ribalta delle cronache e racconta la costruzione della mascolinità tossica. 

La terza e ultima conferenza del ciclo, il 7 maggio, affronta il tema della canzone, dell’ecologia e del cibo e nasce dalla penna dello scrittore Antonio Pascale. Racconteremo la "natura" delle canzoni napoletane; quella botanica che racconta di fiori, frutti, alberi, e la loro natura musicale e storica attraverso un florilegio di incisioni e canzoni primaverili. Non solo. I primi dischi a 78 giri erano vegani ben prima che questa tendenza esplodesse. Certo l’idea non era quella di essere “biologici” o “verdi”, ma di rispettare una scienza - quella della fabbricazione dei dischi - a partire da materiali “organici”. Dischi di una plastica talmente “naturale” che qualche buontempone ha persino pensato di farceli bere in un cocktail. 

Mauro Gioia è un cantante e attore, tra i maggiori studiosi e collezionisti di dischi a 78 giri napoletani