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Roma Capitale
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Sei in: Home » Eventi e spettacoli » Mostre » Una dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940
Data: da 16/10/15 a 17/01/16

Orario

Dal 16 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016
Martedì, mercoledì e giovedì ore 10.00- 20.00
Venerdì e sabato ore 10.00- 22.30
Domenica ore 10.00 - 20.00
Chiuso lunedì

L'ingresso è consentito fino a un'ora prima dell'orario di chiusura
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Il Palaexpo non rientra nelle gratuità delle prime domeniche del mese
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Aperture e chiusure straordinarie del periodo natalizio 2015

- Lunedì 7 dicembre ore 10.00-20.00 (#19.00)
- Giovedì 24 dicembre dalle 10.00-15.00 (#14.00)
- Venerdì 25 dicembre dalle 16.00-22.30 (#21.30)
- Sabato 26 dicembre dalle 10.00-22.30 (#21.30)
- Lunedì 28 dicembre dalle 10.00-20.00 (#19.00)
- Giovedì 31 dicembre dalle 10.00-15.00 (#14.00)
- Venerdì 1 gennaio dalle 16.00-22.30 (#21.30
- Lunedì 4 gennaio dalle 10.00-20.00 (#19.00)
- Mercoledì 6 gennaio dalle 10.00 alle 20.00 (#19.00)

Indirizzo

Indirizzo: Via Nazionale, 194
Zona: Rione Trevi (Quirinale-Tritone-Barberini) (Roma centro)

Informazioni

Il biglietto permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni

- Intero € 12,50
- Ridotto € 10,00
- Ridotto 7/18 anni: € 6,00
- Gratuito: fino a 6 anni
- Scuole: € 4,00 per studente (da martedì a venerdì, esclusi i festivi. Min 10 - max 25 studenti).

Prenotazione obbligatoria per gruppi e scuole

Il prezzo riservato per le scuole è da intendere per studente

Contatti

Descrizione

Nell'Italia di inizio Novecento, le arti decorative, già eredi di un'importante tradizione artigianale e artistica, si fanno interpreti del desiderio di progresso di una Nazione che ha da poco conosciuto l'unità. Ebanisti, ceramisti e maestri vetrai lavorano spesso in collaborazione con i maggiori artisti del tempo, dando vita a un vero e proprio "stile italiano" destinato a influenzare la nascita stessa del design moderno. Si tratta di un periodo di "ottimismo paradossale", di intensa creatività con, sullo sfondo, una società in profonda trasformazione, alimentata all'inizio dalle speranze del governo Giolitti, ma presto costretta a subire il trauma della Prima guerra mondiale e il tragico esito del regime mussoliniano.
 
La mostra procede attraverso un percorso cronologico composto da un centinaio di opere e basato su un dialogo continuo tra arti decorative e arti plastiche. L'inizio del Novecento è caratterizzato dall'affermazione dell'Art Nouveau, noto in Italia come "stile Liberty" o "floreale".
 
Al gusto Liberty, divenuto lo stile dominante della nuova classe borghese, si opporrà con la sua volontà "antipassatista" il Futurismo. Questo movimento d'avanguardia, nato nel 1909 dalla mente di Tommaso Marinetti, si estenderà tuttavia alla arti decorative solo dopo la Prima guerra mondiale, durante il cosiddetto "Secondo Futurismo".
 
Durante gli anni del "Ritorno all'ordine" - che seguono, in tutta Europa, la stagione delle avanguardie - il recupero della cultura classica assume in Italia diverse declinazioni nell'ambito delle arti plastiche e decorative. Tra le versioni più interessanti ricordiamo la Metafisica di De Chirico e di Savinio, e il Realismo magico il cui maggiore rappresentante fu Felice Casorati.
 
In maniera analoga, una visione incantata, sospesa tra ispirazione classica e gusto déco, caratterizza le ceramiche di Giò Ponti, o ancora le prime creazioni in vetro di Carlo Scarpa. Per quanto riguarda la produzione architettonica e l'arredo, lo stile monumentale di Giovanni Muzio e Piero Portaluppi coincide con il ritorno al classicismo celebrato dal "Novecento", il movimento sostenuto da Margherita Sarfatti e destinato a diventare il mezzo di espressione ufficiale del regime fascista. Negli stessi anni, il regime seppe tuttavia aprirsi agli esperimenti modernisti di artisti quali Giuseppe Terragni e Mario Radice (gli autori della famosa Casa del Fascio di Como), a cui si avvicinano le opere astratte di Fontana, Melotti o ancora Licini.
 
Infine, nel campo delle arti applicate, lo stile razionalista - conformemente alle tendenze europee artisti come Albini, Baldessari, Figini e Pollini, segnano il passaggio verso la produzione industriale e il design nella sua accezione moderna.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 01/12/15 10:19