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Sei in: Home » Eventi e spettacoli » Mostre » Nature morte (2000-2017) - Fotografie di Christopher Broadbent
Data: da 25/11/17 a 03/02/18

Orario

Dal 25 novembre 2017 al 3 febbraio 2018
Mer-ven ore 15.30-19.00
Sab ore 11.00-19.00

Dal 18 al 23 dicembre 2017 ore 11.00-19.00

Inaugurazione: venerdì 24 novembre alle ore 18.30

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Largo della Fontanella di Borghese, 19
Zona: Rione Campo Marzio (P.Spagna-P.Popolo-Pincio) (Roma centro)
Presso Palazzo Borghese

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Telefono: 06 83796619 (attivo durante gli orari d’apertura)

Descrizione

Dopo una lunga carriera dedicata alla fotografia pubblicitaria e agli spot televisivi, Christopher Broadbent nel 2000 decide di recuperare una dimensione privata, intima, del suo ‘mestiere’, per approfondire ulteriormente il tema dello still life che già lo aveva reso noto nel panorama internazionale della comunicazione per la suggestione e la forza evocativa di molte sue immagini, vere e proprie icone della storia della pubblicità. A differenza di quanto accade frequentemente nell’opera di molti fotografi, nel caso di Christopher Broadbent non esiste discontinuità di visione tra la produzione pubblicitaria e quella privata. Anzi, si potrebbe tranquillamente affermare che è stata la pubblicità ad adattarsi per molti anni al suo sguardo, alle sue atmosfere, alla sua cultura, al suo gusto.
Da sempre Christopher Broadbent indaga la più borghese, laica, privata e domestica delle forme dell’arte.

Scrive di lui Philippe Daverio: «La natura morta è la quintessenza dell’astrazione da parte dell’osservatore. Nel paesaggio chi lo descrive è necessariamente inserito; nella natura morta chi la racconta è per definizione esterno. Qui sta la prima differenza. La seconda è forse ancora più significativa e riguarda l’oggetto stesso e la sua difficile definizione, quella che lo porta ad avere nomi diversi nelle diverse lingue: per i tedeschi e gli inglesi è stilleben o still life, cioè vita silente, silenziosa nella propria poetica, per i francesi è nature morte anche se costituita da elementi non suscettibili di morire, per gli spagnoli è molto più semplicemente bodegón, pittura realizzata all’interno della bottega, cioè dello studio. Ma in tutti i casi si tratta di una composizione che abolisce l’idea di tempo e dove la staticità degli elementi diventa motivo di sospensione astratta dalla realtà circostante. È riflessione stabile dell’esistere. Ed è al contempo riflesso dell’esistente. Christopher Broadbent porta queste considerazioni alle loro estreme conseguenze.
Le sue nature morte sono di oggi, ma potrebbero essere del XVII secolo olandese, allo stesso modo. Dall’istantanea fotografica si scivola nel tempo infinito della storia, proprio perché il tempo in queste immagini è totalmente abolito, come i petali dei fiori che non stanno cadendo ma sono definitivamente caduti.
E la conseguenza ne è curiosamente paradossale: l’unica fotografia che possa raffigurare la realtà è quella che rappresenta una realtà artefatta, composta, inventata. Sicché qui il compito del fotografo non è più solo quello di scegliere e di scattare, ma diventa quello del comporre e dell’inventare, di fabbricare il teatrino che diventa il soggetto e non più l’oggetto dell’immagine. Come nella stampa antica, il fotografo in questo caso è colui che delineabat et invenit l’opera finale. L’effetto è fortemente attraente, in quanto Broadbent così facendo scioglie i limiti fra fotografia e pittura e lascia i due generi compenetrarsi in una nuova magia, senza tempo, nella quale gli accumuli di secoli di sensibilità saltano alla ribalta come il Jack in the Box, il diavoletto dell’immaginario che compare dal fondo dei sedimenti delle nostre fantasie e delle nostre memorie».
«Uso la penombra di una stanza vuota - spiega Broadbent - per suggerire il tempo sospeso in attesa di un intervento o di una conclusione. Come per una terzina in poesia, ho adottato una gabbia metrica in uso da secoli per la natura morta: struttura ortogonale, luce dalla finestra per un disegno in chiaroscuro, piani prospettici orizzontali marcati per mettere le cose a portata di mano dell’osservatore».

Nota biografica
Christopher Broadbent, nato a Londra, ha studiato fotografia e cinematografia all'Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques a Parigi. Ha iniziato a lavorare nel lungometraggio come assistente alla regia poi, spostatosi a Milano, ha diretto una sessantina di spot pubblicitari. Dalla fine degli anni Settanta si è dedicato alla sola fotografia e ha firmato un migliaio tra servizi editoriali e campagne pubblicitarie. Premiato in Italia dall'Art Directors Club per le campagne Barilla, Star, Pioneer e altre, ha vinto negli USA un CLIO per Gouda e a Cannes un bronzo per Café Hag. Ha collaborato per alcuni anni con Condé Nast a New York.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 18/12/17 15:15