Orario
dal 18 al 26 gennaio 2019
da lunedì a sabato, dalle 18.00 alle 20.00
inaugurazione giovedì 17 gennaio 2019 ore 18.00
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Descrizione
Dal titolo LISBOA E ROMA IN 50 SFUMATURE DI GRIGIO, che richiama le infinite
suggestioni luministiche che la fotografia in bianco e nero è capace di offrire, Mauro Donati
riesce a catturare la nostra attenzione trasportandoci nel cuore di queste città con immagini che sia per scelta stilistica – l’utilizzo del bianco e nero - che per quella dei luoghi fotografati – vicoli, case, slarghi, per lo più anonimi – si impongono allo sguardo con scabra familiarità.
Lisboa e Roma, due città bellissime, uniche e diverse, nella specificità che le vicende storiche
hanno riservato loro, e tuttavia con elementi di somiglianza dovuti alle comuni radici
linguistiche, culturali e religiose. Due città le cui straordinarie bellezze sono state declinate
fotograficamente in tutti i modi possibili prima dalla fotografia su pellicola e poi da quella
digitale.
Gli scatti di Mauro Donati non ci propongono palazzi, chiese, panorami, monumenti, superbi
per forme, bellezza e colori, bensì luoghi che non sembrano avere altra attrattiva se non quella di essere testimoni di un trasandato oblio, di una nobiltà non ancora del tutto scolorita, di una disadorna e affettuosa quotidianità.
Immagini del bairro Alfama e del rione Trastevere, luoghi emblematici dell’animus popolare
delle due città e tuttavia insidiati dal turismo e dalla gentrificazione che rischiano di
consegnarli allo sfruttamento commerciale e di cambiarne il profilo sociale. Lo sguardo del
fotografo tuttavia non è nostalgico, non indulge alla rappresentazione della vita di strada per
fissare negli scatti una realtà antropologica a rischio di cambiamento. Nelle foto di Mauro
Donati, invece, la presenza umana, anche quando si materializza, è quasi sempre accessoria, casuale. Che si tratti di abitanti o di turisti di passaggio, non sono loro i soggetti delle foto: i veri protagonisti di queste immagini sono i vicoli stretti come canyons urbani, le scalinate ripide e misteriose, la luce che sfrigola sull’acciottolato lucido delle stradine e degli slarghi, i portoncini chiusi sulle abitazioni modeste, i muri delle case mortificati nelle loro rughe oltraggiate dai graffiti.