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Data: da 08/04/15 a 23/05/15

Descrizione

INGRID BERGMAN 100 ANNI DOPO Inaugurazione mostra 8 aprile ore 17 

Mostra fotografica organizzata dalla Santa Marinella Viva e dal Nordic Film Fest – Roma Casa del Cinema – dall’8 aprile al 23 maggio 2015

ORARI lun - ven ● 15.00 – 19.00

sabato e domenica ● 10.00 – 13.00

In occasione del centenario della nascita dell’attrice Ingrid Bergman, nata in Svezia il 29 agosto 1915, l’associazione Culturale Santa Marinella Viva in collaborazione con il Nordic Film Fest e il giornalista Rosario Tronnolone organizzerà una mostra fotografica presso la Casa del Cinema di Roma – l.go Marcello Mastroianni 1 (Villa Borghese) – dall’8 aprile al 23 maggio 2015.

La mostra fotografica comprenderà 2 sezioni:

-         Ingrid Bergman a S.Marinella, mostra curata dall’Associazione Culturale S.Marinella Viva – 30 immagini di Ingrid Bergman durante le estati degli anni ’50 presso Villa Bergman/Rossellini al km 58 della Via Aurelia di S.Marinella, una cittadina balneare del litorale nord di Roma, che raccontano una donna felice insieme ai suoi figli, ma anche insieme ad attori di lustro come Gregory Peck, Alberto Sordi, Rock Hudson, nelle quali l’attrice appare in tutta la sua semplicità e naturalezza.

-         I 62 volti di un attrice, mostra a cura di Rosario Tronnolone–  immagini che ritraggono l’attrice nei suoi 62 films.

La mostra sarà arricchita da alcuni dipinti dell’attrice della pittrice Ombretta Del Monte di Civitavecchia (RM) e da alcuni abiti ispiranti all’attrice realizzati da alcuni costumisti di S.Marinella: Anna Rotella, Teresa Venuto e Stefano Gagliano

Una mostra fotografica per ricordare Ingrid Bergman, un’attrice dalla carriera per molti versi unica nel panorama cinematografico del ventesimo secolo, tesa a confrontarsi con le poetiche più originali e dissonanti della sua epoca. Scoperta nella nativa Svezia da Gustaf Molander, si trasferì ben presto a Hollywood, dove lavorò con Curtiz, Cukor, Milestone e Fleming, e fu musa ispiratrice di Alfred Hitchcock. Restia a lasciarsi imprigionare nel cliché che Hollywood le aveva costruito addosso, la Bergman alternò ruoli di virgineo candore con altri di dolorosa abiezione, reiterando più sottilmente la cifra dell’estraneità: la nazionalità disparata dei suoi personaggi hollywoodiani serviva indubbiamente a giustificarne l’insolita pronuncia dell’inglese, ma sottolineava anche l’estraneità della donna all’ambiente circostante e la provvisorietà della sua presenza.

Se dunque l’incontro con Rossellini e il successivo Viaggio in Italia suscitarono tanto scalpore fu perché ci si era lasciati rassicurare dalla luminosa serenità dei suoi sorrisi e non si era stati capaci di leggere tra i fotogrammi dei finali dei suoi film più famosi (Intermezzo, Casablanca, Per chi suona la campana e Notorious) l’immagine reiterata di una donna in partenza, di una donna in fuga, in treno o in aereo, a cavallo o in automobile, tesa ad un inarrestabile ricominciare. Anche Rossellini la utilizza come testimone di una alterità, e sottolinea l’estraneità della profuga nell’isola vulcanica, della moglie del diplomatico nei caseggiati della periferia romana, della turista inglese nel meridione d’Italia, della voce recitante nell’opera musicale.

Il ritorno al cinema internazionale la vede impegnata con registi come Renoir, Donen, Lumet e Minnelli, fino all’ultimo film girato con il connazionale e omonimo Bergman, malinconica sonata a due voci, che si chiude con un monologo rivolto ai contorni sfumati del suo viso riflesso nel finestrino dell’ennesimo treno.

Questa mostra è il ritratto sfaccettato di un’attrice dal volto di eccezionale trasparenza emotiva, eppure mai completamente raggiungibile, il cui mistero si chiude intatto e indecifrabile proprio quando sembra aprirsi alla lettura più intima. Un omaggio doveroso ad un’attrice e ad una donna di immenso talento e di fascino incomparabile.

 

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