060608


Roma Capitale
Zètema Progetto Cultura
060608 - Scopri e acquista i servizi turistici, l'offerta culturale e gli spettacoli di Roma
Sei in: Home » Eventi e spettacoli » Mostre » Gianluigi Mattia. Antropologia del pensiero erratico
Data: da 16/01/14 a 17/02/14

Orario

Dal 16 gennaio al 17 febbraio 2014

lunedì 14.00-19.00
mercoledì 9.30-17.00
giovedì 9.30-13.30

 

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via del Collegio Romano, 27
Zona: Rione Pigna (Torre Argentina) (Roma centro)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Descrizione

La mostra di Gianluigi Mattia si propone come un viaggio a rebour del suo lavoro degli ultimi anni, previlegiando alcuni piccoli blocchi tematici e linguistici che sono imposti come esigenza di gioco e leggerezza negli interstizi di una produzione caratterizzata da forme e dimensioni abitualmente e decisamente più impegnative.

Costanti del suo lavoro, e in particolare delle “opere da camera” ora in mostra, sono la leggerezza del gioco combinatorio dei segni e dei materiali e la leggerezza della scrittura cortocircuitata d’origine Dadaista ( ma con evidenti richiami alle pionieristiche soluzioni di Rabelais). Sulle carte dei vari disegni esposti, come sui piombi, Mattia scrive con punzoni d’acciaio a secco, lasciando dunque che la scrittura si riveli esile, a luce radente: un esoterico disvelamento, un insinuazione, un suggerimento reticente.

Con enigmaticità e trasversale leggerezza Mattia danza anche l’immagine: da quella d’origine totemica e regressiva, alla museale e colta, a quella delle icone dei cartoon disneyani, La sua allora è un immagine capace di migrare e contaminarsi, senza aver paura di combustionarsi al calore luciferino dei segni primari, quali la macchia, il graffio, la cancellazione, l’impronta, ecc..
In mostra Mattia propone anche piccole sculture “assistite“, realizzate in gesso alabastrino la cui innocente bianchezza viene cortocircuitata con cera d’api, stoppa, garza, spago, occhi di vetro, sfoglia d’oro ecc.
Appositamente realizzati per la Biblioteca, i sette fogli modulari (di cui uno in piombo) presagiscono la formalizzazione di un libro d’artista ancora incompleto. Qui compaiono citazioni frammentarie da testi di aree storiche e culturali diverse (dal Vangelo di Marco a un Mantra tibetano, da Rilke a Pagliarani, da Rabelais a Sanguineti). A fronte, una pagina-territorio, luogo di una conflittualità tra segni e umori diversi, contrassegnati da una parola chiave ripetuta, ostinata, percussiva.
Questi pochi fogli, accanto alle altre opere selezionate per la Sala della Crociera, sintetizzano puntualmente la natura del linguaggio di Mattia: un enigma migrante tra scrittura (e dunque la parola), immagine e segni primari. Dunque una “Antropologia del pensiero erratico”, come recita l’intrigante ed enigmatico titolo della mostra.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 14/01/14 14:19