060608


Roma Capitale
Zètema Progetto Cultura
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Sei in: Home » Eventi e spettacoli » Mostre » Buono da guardare: cibo, arte e ritualità nelle fotografie di Mario Carbone
Data: da 17/07/15 a 13/09/15

Orario

Da martedì a domenica ore 10.00 - 20.00;chiuso lunedì

La biglietteria chiude alle ore 19.00

N.B. per eventuali aperture e/o chiusure straordinarie consultare la pagina dedicata agli     Avvisi

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Piazza di Sant'Egidio, 1/b
Zona: Rione Trastevere (Gianicolo) (Roma centro)
Il Museo è accessibile ai disabili da Piazza Sant'Egidio, 1. Telefonare allo 06 5897123 per avvertire il personale.

Informazioni

Ogni prima domenica del mese, ingresso gratuito nei musei del sistema per tutti i residenti a Roma Capitale e nell'area della Città Metropolitana (mediante esibizione di valido documento che ne attesti la residenza).

Intero: € 8,50
Ridotto: € 7,50

Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza)
 Intero: € 7,50
Ridotto: € 6,50

Gratuità e riduzioni

Convenzioni

Acquisto online
La conferma d'ordine stampata dà diritto a saltare la fila in biglietteria e ritirare il proprio biglietto d'ingresso.

Prenotazioni

Tel. +39 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)

Contatti

Descrizione

La mostra presenta un percorso espositivo comprendente oltre mezzo secolo (1950-2001 circa) di  reportage fotografico, attraverso 71 immagini b/n e color, provenienti dall’Archivio Mario Carbone. Il cibo  è il filo conduttore che lega le immagini selezionate. 

Lo sguardo di Mario Carbone, come sempre attento, curioso e rivelatore si sofferma in questo caso sulle tematiche del cibo e dell’alimentazione, cogliendo in particolare il  senso profondo della ritualità e religiosità che questi aspetti sovente includono.

Il cibo, nelle immagini di Carbone, viene indagato dalla produzione al consumo, in alcuni casi insufficiente, in altri eccessivo e degradato, senza mai tralasciare la valenza comunicativa che riveste nelle comunità rappresentate.

Le fotografie ricostruiscono parte della nostra storia più recente, spaziando dalle immagini  a carattere prevalentemente etnografico degli anni Cinquanta dello scorso secolo che ritraggono il sud d’Italia - Basilicata, Sicilia, Sardegna, Calabria,  territori con un’economia ancora prevalentemente agro-pastorale o legata anche alle attività della pesca - a quelle più caratterizzanti gli aspetti sociali e culturali del nostro paese che testimoniano le tematiche artistiche d’avanguardia.

Concludono il percorso alcune fotografie realizzate in India durante il viaggio compiuto dall’autore insieme al regista Giuseppe Ferrara nel 1960. Immagini di donne e uomini ripresi nei gesti antichi e senza tempo dei cicli agropastorali, la lavorazione tradizionale del pane, la pesca, la vendita nei mercati, i banchetti  durante le festività o  la mancanza del cibo in eventi eccezionali quali il terremoto del Belice.

La ritualità, nel duplice aspetto laico e devozionale dell’alimentazione, è evidenziata nelle immagini delle feste popolari documentate da Carbone - la Festa delle Passate a  Marta in onore della Madonna del Monte e la  Festa della Frustica a Faleria - ma  emerge anche  nell’aspetto simbolico, a evocare sacralità e blasfemia, nelle immagini che testimoniano le performances artistiche: a partire dall’ ”ultima cena”, inscenata a Milano nel novembre del 1970 dal gruppo milanese del Nouveau Réalisme, ideato da Pierre  Restany, presenti gli artisti Arman, Cesar Baldaccini, Christo, Niki de Saint-Phalle, Mimmo Rotella, Daniel Spoerri; per concludersi con il banchetto pagano e sacrificale, Lehraktion, realizzato da Hermann Nitsch in occasione della mostra Le Tribù dell’Arte, curata da Bonito Oliva negli spazi espositivi del Comune di Roma dell’Ex Fabrica Peroni ora Macro, nel 2001, che, come nell’intento dell’artista viennese, suscitano in chi guarda sensazioni di disgusto e ribrezzo così da innescare una controreazione di catarsi e purificazione.

Durante l’esposizione sarà visibile un cortometraggio girato da Mario Carbone in occasione dell’evento dei nouveaux réalistes.

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