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Roma Capitale
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Data: da 01/11/17 a 20/02/18

Orario

Dal 1 novembre 2017 al 4 febbraio 2018 (prorogata al 20 febbraio 2018)
Mar-dom ore 9.00 - 19.00 con accesso ogni due ore (9.00; 11.00; 13.00; 15.00; 17.00)
Ultimo ingresso alle ore 17.00
Chiusa lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio

Il Museo resterà eccezionalmente aperto anche lunedì 19 febbraio 2018, secondo i consueti orari di visita, mentre il giorno di chiusura settimanale, usualmente il lunedì, sarà invece spostato a mercoledì 21 febbraio.

Aperture straordinarie serali giovedì 4, 11, 18 e 25 gennaio 2018 ore 19.00-21.00 (ultimo ingresso ore 19.00 prenotazione obbligatoria)
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Prima domenica di ogni mese: ingresso al museo e alla mostra gratuito per tutti (la prenotazione rimane obbligatoria).
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La prenotazione è sempre obbligatoria, anche se trattasi di ingresso gratuito (ad es. prima domenica del mese) e costa € 2,00

La Galleria Borghese prevede anche per i possessori di Roma Pass, la prenotazione obbligatoria seppur gratuita, in quanto museo a numero contingentato.
Per prenotare l’ingresso è possibile contattare il numero 0632810 oppure (a partire dal 4 dicembre 2017) inviare una mail all’indirizzo info@tosc.it
Il Centro Prenotazioni è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00 ed il sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00. 
Per le richieste di prenotazione via email, le risposte avverranno entro le 48 ore.     
Si consiglia di prenotare con almeno 10 giorni di anticipo. E’ possibile prenotare anche se non si è ancora in possesso della propria card Roma Pass, fornendo sempre il nominativo del possessore della Roma Pass.

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Piazzale del Museo Borghese, 5
Zona: Quartiere Pinciano (Roma centro)
l'ingresso del museo è posto sul lato destro della facciata

Informazioni

Intero € 20,00 (+ € 2,00 di prenotazione)
Ridotto € 13,50 (+ € 2,00 di prenotazione)
- Cittadini dellʼUE, Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera tra 18 e 25 anni;
- Insegnanti di ruolo nelle scuole statali

Gratuito: (€ 2,00 prenotazione obbligatoria)
- Cittadini dell'UE minori di 18
- Studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti
- Dipendenti del MiBAC
- Membri ICOM
- Guide ed interpreti turistici in servizio
- Giornalisti con tesserino dell'ordine
- Gruppi scolastici con accompagnatore, previa prenotazione.

Gratuito (inclusa prenotazione obbligatoria)
- Portatori di handicap dell'Unione Europea e un loro accompagnatore
- Guide turistiche dell'Unione Europea nell'esercizio della propria attività professionale

Biglietti last minute
È possibile visitare il museo senza obbligo di prenotazione, presentandosi direttamente in biglietteria 30 minuti dopo l'orario di inizio del turno di visita. Il numero di biglietti last-minute è limitato.

Contatti

Telefono: 06 32810 prenotazioni e acquisto singoli e gruppi
Telefono: 06 67233753
Email: ga-bor.info@cultura.gov.it - info@tosc.it (visite guidate gruppi e scuole) - prenotazioni per gruppi info@tosc.it

Descrizione

Grande mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini in occasione dei vent’anni della riapertura di Galleria Borghese dopo gli importanti restauri di due decenni fa.
 
La mostra, curata da Andrea Bacchi e Anna Coliva, vede la collaborazione di eminenti studiosi e specialisti - Maria Giulia Barberini, Anne-Lise Desmas, Luigi Ficacci, Sarah Mc Phee, Stefano Pierguidi - che da tempo si occupano del grande artista o di specifici aspetti della sua produzione o ancora della sua figura all’interno della grande stagione del Barocco.
 
Il tema conduttore della mostra è la Galleria Borghese quale scena privilegiata della scultura di Gian Lorenzo Bernini: il cardinale Scipione, suo primo committente, lo volle autore di gruppi marmorei autonomi, per dare “figura di immaginazione” allo spazio di ogni stanza; il successivo committente, papa Urbano VIII Barberini, lo volle scultore integrato in una costruzione globale dello spazio, che fosse architettura ma al contempo comprendesse dentro di sé luce, colore, figurazione, illusioni dimensionali e proporzionali.
 
La mostra mette l’accento sul Bernini scultore di statue che si misura direttamente, e principalmente, con il marmo, partendo dalle opere eseguite in collaborazione con il padre Pietro fino agli ultimi marmi toccati dal suo scalpello. Tuttavia, una serie di approfondimenti tematici dedicati ad aspetti specifici della sua produzione (la pittura, i putti, i restauri, la realizzazione di un’opera dal disegno, la terracotta, il marmo), consentiranno di tratteggiare un ritratto di Bernini ‘a tutto tondo’: inarrivabile virtuoso dello scalpello ma anche del pennello.
 
La mostra è articolata in otto sezioni – L’apprendistato con Pietro; La giovinezza e la nascita di un genere: i putti; I gruppi borghesiani; Il restauro dell’antico; I busti; La pittura; Bernini e Luigi XIV; Il mestiere di scultore: i bozzetti – cui si affianca la straordinaria scultura della Santa Bibiana, restaurata in occasione della mostra e che costituisce un caso a sé.
 
L’apprendistato con Pietro ha come oggetto l’attività giovanile di Gian Lorenzo (fino al 1617 circa), con un focus sulle opere realizzate in stretto dialogo o in diretta collaborazione col padre Pietro, nelle quali emerge da subito la straordinaria padronanza dello scalpello, ereditata proprio da lui.
 
La giovinezza e la nascita di un genere: i putti è dedicato a un genere più volte affrontato dal giovanissimo Bernini ma poi praticamente rinnegato dal maestro, che non voleva essere ricordato per quegli juvenilia. La possibilità di rivedere accostata la Capra Amaltea agli altri putti di Gian Lorenzo (o di Bernini padre e figlio ancora in collaborazione) è l’occasione per riflettere sull’attribuzione del piccolo gruppo borghesiano, un pezzo di cui la critica recente ha messo in luce discrepanze stilistiche rispetto al linguaggio dei due Bernini.
 
I gruppi borghesiani è centrato sulle sculture monumentali di Bernini conservate all’interno del Museo. Il primo gruppo borghesiano, l’Enea e Anchise, viene accostato in dialogo con il dipinto, raffigurante lo stesso soggetto, di Federico Barocci (solitamente esposto in pinacoteca, al primo piano): verrà così ripristinato quel dialogo pittura-scultura che costituì uno dei primi obiettivi critici di Gian Lorenzo, in un recupero filologico del primo allestimento della Galleria Borghese attestato dalla guida di Jacopo Manilli (1650). La sezione segue il percorso espositivo permanente della Galleria, sino all’ultimo gruppo borghesiano, l’Apollo e Dafne.
 
Sull’esempio del padre anche Gian Lorenzo si dedicò, sebbene solo da giovane, ed in rari casi, al Restauro dell’antico e all’integrazione dei marmi antichi. Il prestito congiunto dei due suoi restauri più celebri (Ermafrodito e Ares Ludovisi), accanto a uno dei grandi interventi in questo campo di Pietro (il Marco Curzio Borghese), consente di mettere adeguatamente a fuoco questo aspetto fondamentale dell’attività giovanile berniniana.
 
Un altro approfondimento tematico è dedicato ai Busti, genere maggiormente frequentato dal Bernini scultore in marmo (oggetto precipuo di questa mostra), in cui si ripercorre un lungo arco cronologico della carriera dell’artista, dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta del Seicento.  
Accanto al delicato Paolo V della Borghese vengono esposti pezzi raramente visibili al grande pubblico, come ad esempio i busti del Museo di San Giovanni dei Fiorentini.
 
La sezione dedicata alla Pittura completa la descrizione di Bernini come artista a tutto tondo. Accanto a un ristretto numero di tele la cui autografia è universalmente accolta, è esposto l’unico dipinto attestato come opera di Bernini già da un inventario di primo Seicento, I Santi Andrea e Tommaso apostoli della National Gallery di Londra (già Barberini), opera chiave per la conoscenza di Gian Lorenzo pittore, che non era presente nella mostra del 1998.
 
Bernini e Luigi XIV accoglie il disegno e la terracotta preparatori alla realizzazione di una delle commissioni più importanti dell’intera carriera di Bernini: un monumento equestre al sovrano francese Luigi XIV.
 
Il mestiere di scultore: i bozzetti pone l’attenzione sulla prassi concreta dello scolpire, con un’esposizione diacronica di opere risalenti a più momenti della carriera di Gian Lorenzo. Si tratta di pezzi tutti autografi, ma realizzati non tanto in marmo, il medium sul quale è impostata la specificità della mostra, quanto soprattutto in terracotta e bronzo.

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Data di ultima verifica: 12/01/18 13:43