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Data: da 02/03/18 a 05/05/18

Orario

Dal 2 marzo al 5 maggio 2018
Mar-sab ore 10.00-18.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Piazza Navona, 10
Zona: Rione Parione (Navona-Campo de' Fiori) (Roma centro)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Telefono: 06 68398284

Descrizione

In mostra oltre 70 opere tra pitture e sculture realizzate dai maggiori artisti brasiliani del periodo 1920-1960 e selezionati dalla collezione d’arte della Fondazione Edson Queiroz, una delle più importanti del suo genere in Brasile.

Riunita dal cancelliere Airton Queiroz in 30 anni di attività, la collezione copre circa quattrocento anni di produzione artistica brasiliana, con esempi significativi di ogni periodo, dalle immagini sacre del periodo coloniale fino alle espressioni dell’arte contemporanea. Da Candido Portinari ad Alfredo Volpi ed Hélio Oiticica, passando per Sérvulo Esmeraldo, Antonio Bandeira, Alberto da Veiga Guignard e molti altri, la mostra rappresenta un viaggio unico ed emozionante nell’arte moderna brasiliana.

Il percorso espositivo prende avvio dai cosiddetti “anni eroici” del Modernismo brasiliano (decennio del
1920), periodo in cui i tentativi di rinnovamento estetico erano all’ordine del giorno. Molti degli artisti della prima generazione modernista soggiornarono per qualche tempo a Parigi, ispirandosi alle avanguardie storiche con cui venivano a contatto. Parallelamente alla modernizzazione del linguaggio, alcuni di essi si prodigavano nella ricerca di immagini che traducessero l’idea di “brasilianità”. Ci si trovava in un momento in cui il dibattito nazionalista era incentrato sul recupero degli elementi nativisti precoloniali e sulla questione del meticciato, fattore che venne considerato decisivo per le sorti della formazione del popolo brasiliano.

I decenni del 1930 e 1940 si caratterizzano per un adattamento ai linguaggi modernisti. Le sperimentazioni cedono il posto a uno sguardo verso l’arte del passato e si assiste alla comparsa di
“artisti-insegnanti” come Ernesto de Fiori, Alberto da Veiga Guignard e Alfredo Volpi, veri e propri
punti di riferimento per i pittori del tempo e per quelli a venire. Di questo periodo vanno sottolineati, in
modo particolare, i lavori di Alfredo Volpi e José Pancetti, artisti che, oltre ad essere rappresentati da
un numero significativo di opere all’interno della collezione, incarnano la transizione tra la pittura
figurativa e quella astratta.

Il nucleo dell’esposizione dedicato all’astrazione geometrica – tendenza che sorge negli ultimi anni del
1940 e che si consolida nel decennio successivo – comprende pittori del gruppo Ruptura di San Paolo e
artisti dei gruppi Frente e Neoconcreto, entrambi di Rio de Janeiro. La mostra riunisce, inoltre, una selezione di artisti che, pur non aderendo ad alcun gruppo, seppero adottare un linguaggio astratto-
geometrico peculiare, il più delle volte mescolato a lirismo.

L’ultimo segmento dell’esposizione è infine destinato all’astrazione informale degli anni 1960 e agli artisti che concepirono la tela come uno spazio su cui sperimentare materiali eterogenei, secondo un modus faciendi che si sarebbe moltiplicato e sviluppato nei decenni a seguire.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 28/02/18 12:57