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Sei in: Home » Eventi e spettacoli » Mostre » Aperti per lavori - Città, palazzi, monasteri. Le avventure archeologiche dell’IsMEO/ IsIAO in Asia
Data: da 03/02/18 a 29/03/21

Orario

Mostra permanente
Visitabile durante l'orario di apertura del museo

Per eventuali aggiornamenti sugli orari CONSULTARE IL SITO UFFICIALE

Indirizzo

Indirizzo: Piazza Guglielmo Marconi, 8
Zona: Quartiere Europa EUR (Roma sud)
Presso la Sala Dossier del Museo

Informazioni

Descrizione

La mostra è dedicata invece ai reperti delle missioni in Pakistan nella Valle dello Swat, in Afghanistan nella regione di Ghaznì e in Iran, nella regione orientale del Sistan. Le ricerche archeologiche furono condotte dall’IsMEO (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente) fondato nel 1933 da Giovanni Gentile e dall’insigne tibetologo Giuseppe Tucci, che già a partire dal 1929 aveva intrapreso una serie di viaggi di studio e di scoperte nella regione himalayana e che nel 1947 assunse la carica di presidente dell’Istituto, dando nuovo impulso alle ricerche archeologiche in Asia. Tra il 1950 e il 1955 vengono condotte diverse spedizioni in Nepal, in particolare nell’area del Karakorum, e della seconda metà degli anni cinquanta solo le felici campagne archeologiche in Pakistan, Afghanistan e in Iran.

L’attività della Missione Archeologica Italiana dell’IsMEO/IsIAO in Pakistan, iniziata nel 1956 è proseguita fino a oggi. I primi scavi sistematici vennero condotti nell’abitato di epoca storica di Udegram e nell’area sacra buddhistica di Butkara I, ove furono rinvenuti numerosissimi rilievi in scisto appartenenti all’Arte del Gandhara aventi come soggetto la vita del Buddha storico.

Il sito Shahr-i Sokht la “città bruciata”, in Iran, è fondamentale per lo studio dello sviluppo culturale nell’Altopiano iranico; la città, infatti, fu importante per la lavorazione e il commercio a lunga distanza delle pietre semipreziose. I materiali di questo sito, ceramiche, ami, punte di lancia, sigilli, documentano lo sviluppo di un centro urbano proprio nel momento della nascita e della diffusione dell’urbanizzazione nel Vicino Oriente.

Infine, sono esposti i reperti provenienti da Ghazni, in Afghanistan, tra questi meritano particolare attenzione soprattutto i marmi dal palazzo, scavato dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1958 e il 1966 e datato all’XI secolo; oltre ad essere una rara testimonianza dell’architettura palaziale medioevale, il palazzo costituisce, con la sua lunga iscrizione in versi persiani, un esempio di come l’ eredità iranica pre-islamica sia stata recuperata all’interno della comunità musulmana.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 03/02/21 14:53