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Data: da 12/06/18 a 30/09/18

Orario

12 giugno  - 30 settembre 2018
Ingresso libero su appuntamento

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via del Corso, 440
Zona: Rione Colonna (Pantheon-Montecitorio-Barberini) (Roma centro)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Telefono: 06 81170186
Sito web: www.corso440.com

Descrizione

Inaugura il prossimo 11 giugno presso Corso440, lo spazio dedicato al design e alla creatività la seconda parte  della mostra “Anthropocene #4 site” , fotografie di Ottavio Celestino, a cura di Marina Amori Vitelli e Eleonora De Filippis.
Dopo il grande successo ottenuto dalla serata-evento dello scorso 30 maggio presso l’Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni con la presentazione della spettacolare video-installazione dal titolo “Anthropocene 1”  ora la mostra si sposta negli spazi intimi di via del Corso.

L’artista romano presenterà tre opere di grande formato realizzate durante un suo viaggio nel 2016 presso la Foresta di Bialowieza, tra la Bielorussia e la Polonia del nord. Patrimonio dell’Unesco e Riserva della biosfera, Bialowieza è un’antica foresta vergine, unica testimonianza di quella che migliaia di anni fa si estendeva lungo tutta l’Europa. Di recente un comitato di scienziati ha evidenziato l’estrema vulnerabilità di questo ecosistema e messo in luce seri sintomi di deterioramento provocati dall’inquinamento. A simboleggiare lo stato d’animo dell’artista, l’inserimento nelle tre opere di un tassello rosso sangue nel quale appare un’impronta umana. Lo stesso quadrato rosso lo troviamo inserito nell’ambiente circostante, simbolo significante e segnale di allarme al contempo. Un avviso dunque, un monito che avvolge lo spazio circostante e si amplifica attraverso la video-proiezione.
 
Il termine Anthropocene, che dà il titolo alla mostra, è stato divulgato dal premio nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzen, a significare l’epoca geologica in cui l’ambiente è fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana. Celestino, che da oltre vent’anni affianca, alla sua attività di pubblicitario di successo, quella di fotografo della natura, si rende così testimone diretto dell’inevitabile centralità dell’uomo e degli effetti che essa produce nell’ecosistema.

Le curatrici hanno immaginato un percorso a tappe attraverso quattro serie di opere fotografiche che hanno come comune denominatore il rapporto tra uomo e natura. Un’azione che, se da un lato si fa puro atto estetico per via del “togliere”, estraendo radici dal terreno e trasformandole in simboli significanti nella serie Radix, dall’altra avvolge, violenta e trasforma alberi e arbusti in forme ambigue, dove la pittoricità romantica si scontra con un senso di inquietudine e di sbandamento, quando, ponendo attenzione, lo spettatore in Extremis si accorge che il dettaglio cromatico è costituito da copertoni e in Warm Water realizza che l’acqua dei fiumi esonda soffocando gli alberi sugli argini.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 12/07/18 16:02