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Martedì 2 dicembre 2014, ore 16.30
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L'ornamento è quasi per definizione ciò che si aggiunge, che decora l'oggetto e resta in superficie, qualcosa di superfluo e dispensabile. Eppure, proprio per questa apparente “indipendenza”, esso è anche pervasivo e universale, sotto un profilo antropologico prima ancora che da un punto di vista esclusivamente figurativo o estetico. Questa tensione di fondo – o forse sarebbe meglio dire “di superficie” – è al centro di un intenso dibattito che a partire dall'inizio del Novecento mette a confronto fautori e detrattori dell'ornamentale, dall'Alois Riegl di Industria artistica tardo-romana, all'Ornamento e delitto di Adolf Loos. Ma il confronto promuove inevitabilmente anche una rinnovata istanza analitica: che cos'è propriamente “ornamento”? Dove comincia e dove finisce la decorazione di superficie? Qual è la natura del problematico rapporto tra ergon e parergon?
La riflessione teorica su tali questioni, da Fiedler a Derrida, disegna il fitto intreccio tra arti figurative e speculazione filosofica.
Silvia Pedone
Dottore di ricerca in Storia dell’Arte. Nel 2011 è professore a contratto in Storia dell’Arte Medievale presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”. Collabora con le cattedre di Storia dell’Arte
Bizantina dell’Università di Roma “La Sapienza”e di Tor Vergata. È membro del gruppo finanziato
dal Ministero degli Esteri (PRIN) che lavora annualmente n Turchia. Nel 2013 pubblica insieme a
V. Cantone Phantazontes. Visioni dell’Arte Bizantina (Padova 2013). Da oltre dieci anni lavora
presso il MI BACT, nella sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma.