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Data: 06/12/16

Orario

Martedì 6 dicembre 2016

- ore 17.30: proiezione del video
- a seguire: incontro con l'artista

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via Nizza, 138
Zona: Quartiere Salario (Roma nord)
Si può accedere anche da via Reggio Emilia 54

Informazioni

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Tel +39 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Descrizione

Ha Shir Ha Shirim Shelì (in ebraico “Il mio Cantico dei Cantici”) è un video che narra un viaggio simbolico di un uomo e una donna verso la luce e l'armonia cosmica. La leggenda dice che "Il Cantico  dei Cantici", sia stato scritto da Salomone, il Re di Israele, 3000 anni fa. Ed è presente nella testi sacri sia Ebraici sia Cristiani. Isabella Tirelli ha impiegato in quattro anni di lavoro per comporre 1200 immagini di pittura digitale originali; le immagini sono state animate poi dall'artista e composte in un video della durata di 35 minuti.

Dopo la proiezione ne parleranno con l’artista, Myriam Laplante, Naima Morelli e Gabriele Perretta.

Isabella Tirelli ha utilizzato nella pittura digitale una tecnica originale che prende origine dalla fotografia e si combina digitalmente con la tecnica a velature della pittura ad olio della tradizione rinascimentale. Le immagini contengono riferimenti simbolici e citazioni alla storia dell'arte e spesso guardano ai misteri alchemici, antichi miti e culture del mondo occidentale e orientale, scene allegoriche e metafore visive.

Per le fotografie utilizzate a base della pittura digitale, l’artista ringrazia i suoi studenti e amici che hanno posato per lei. Le musiche sono di Wolfang Amadeus  Mozart, Richard Wagner, Gustav Mahler, Franz Liszt

Da sempre Isabella Tirelli frequenta le latitudini della pittura, della poesia e della musica con aria disinvolta, disposta a giocare in uno zig zag di pensieri simultanei che il linguaggio creativo discrimina, quasi senza preavviso. Fin dalle prove iniziali del suo originale percorso artistico emerge infatti la compresenza di questi linguaggi come un cerimoniale di trasformazioni plurime: il respiro dilatato del colore verso il suono, la tensione dell’immagine verso la parola, l’azione della superficie verso l’ambiente. La percezione di un particolare verso la totalità. A rendere efficace questo incontro di forme espressive è una concezione teatrale dell’atto creativo, la necessità di mettere in scena sottili rapporti tra i segni comunicativi, invisibili relazioni tra il loro modo di strutturarsi nello spazio, come se l’atto pittorico in se stesso non fosse sufficiente a sollecitare l’insieme dei sensi... (Claudio Cerritelli, Per Isabella la favola continua).

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