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Data: da 18/12/16 a 20/12/16

Orario

18 dicembre 2016 ore 18.00;
19 e 20 dicembre 2016 ore 10.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via delle Sirene, 22
Zona: Quartiere Lido di Ostia Ponente (Roma sud)
Presso il Teatro del Lido di Ostia

Informazioni

teatro ragazzi intero 7 euro; ridotto 5 euro

Contatti

Telefono: 0039 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00 - 06 5646962

Descrizione

Teatro delle Briciole
SHERLOCK HOLMES
concept Francesca Pennini
regia e drammaturgia Angelo Pedroni e Francesca Pennini / CollettivO CineticO
coreografie e partiture fisiche Francesca Pennini in collaborazione con gli interpreti
in scena Giulio Santolini, Daniele Bonaiuti,Roberto De Sarno
assistenza organizzativa Carmine Parise
costumi Titta Caggiati
luci e tecnica Emiliano Curà
realizzazione scene Paolo Romanini
produzione Teatro delle Briciole

dagli 8 ai 12 anni

In scena un anomalo terzetto di investigatori contemporanei, animati da una inesauribile voglia di andare oltre il volto immediato e ingannevole della realtà per analizzare i dettagli e ipotizzare possibili soluzioni.

Scrive Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, che “il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare”. L’idea che guida le parole e le azioni di questo spettacolo è la volontà assoluta, liberissima, giocosa, di rovesciare quella verità e osservare con divertita ostinazione il mondo. Sherlock Holmes, il suo celebre metodo fondato sul binomio osservazione e deduzione, si reincarna sulla scena in un anomalo terzetto di investigatori contemporanei, animati da una inesauribile voglia di andare oltre il volto immediato e ingannevole della realtà, di analizzare i dettagli e ipotizzare possibili soluzioni. Nella sua sorprendente somiglianza con i meccanismi profondi della curiosità infantile, l’applicazione rigorosa e nello stesso tempo umoristica del metodo deduttivo è lo strumento di un viaggio di scoperta e investigazione di quel pezzo di mondo, di quel vero e proprio microcosmo, che è il teatro. Un viaggio che diventa esplorazione della relazione ambigua tra realtà e finzione, verità e apparenza, artificio tecnico e autenticità di emozione. Quella che si viene compiendo sulla scena, ‘teatro del crimine’ in una inedita accezione, è dunque una vera e propria anatomia in presa diretta, uno sguardo telescopico che si irradia sull’intero spettro del visibile e del sensibile. L’analisi clinica e interattiva di un campione del pubblico (lo spettatore non è forse parte integrante dell’accadimento teatrale?), convive allora con lo smontaggio e il rimontaggio della creazione artistica, innescando una riflessione sull’arte performativa e la sua relazione con la vita. La pluralità delle ipotesi ricostruttive dei movimenti coreografici di uno spettacolo, a partire dagli indizi lasciati sulla ‘scena del delitto’, si traduce in un vertiginoso atlante concentrato della danza, dal minimal alla contact improvisation, dalla metal al musical, perché il linguaggio del corpo ha estensione infinita, come infinito e aperto è il catalogo delle ipotesi sul mondo, se si parte dalla sua osservazione analitica. Tecnica e immaginazione si sorreggono a vicenda. Il teatro è metafora della immaginazione umana e della vita stessa, universo espressivo totale e complesso, di cui non si tralascia nulla, neanche il versante spaziale-costruttivo, così ricco di aspetti carichi di potenzialità, quando si possieda un occhio ricco di acume investigativo. Così, l’occhio di una telecamera, moderno erede della lente di Sherlock Holmes, nella sua assoluta libertà di indagine scruta, analizza, rielabora tutti i recessi dello spazio-mondo: persone e oggetti, spettatori e proiettori, costumi e note di regia, e non si preoccupa di superare le pareti del teatro per puntare sulla vita là fuori che continua a scorrere, o di farsi strada dietro le quinte. Perché “le cose ovvie di cui è pieno il mondo”, se osservate, guardate, scrutate, possono dirci qualcosa di nuovo, rivelare un volto segreto.

Parole chiave

Data di ultima verifica: 27/09/16 11:34