060608


Roma Capitale
Zètema Progetto Cultura
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Tipologia: Basilica minore

Indirizzo

Indirizzo: Piazza di San Pietro in Vincoli, 4/A
Zona: Rione Monti (Colosseo-S.Giovanni-S.Maria Maggiore) (Roma centro)

Contatti

Orario

Per gli orari delle messe e le modalità di visita rivolgersi ai contatti indicati.

Descrizione

La chiesa di San Pietro in Vincoli è detta anche Basilica Eudossiana, perché ricostruita (al posto di un'altra di uguali dimensioni, a sua volta sorta su rovine di edifici romani), da Eudossia, moglie dell'imperatore Valentiniano III, per custodirvi le catene di San Pietro ritenute in Gerusalemme e a lei consegnate da sua madre Eudocia.

Consacrata nel 439 da papa Sisto III, fu restaurata durante il pontificato di Adriano I nel 780 circa, ed in seguito dopo il 1000. Notevoli lavori vi intraprese il nipote di Sisto IV, il Cardinale Giuliano Della Rovere, dal 1471 al 1503, anno in cui fu eletto papa con il nome di Giulio II.

In recenti scavi, eseguiti in occasione del rifacimento della pavimentazione, furono rinvenuti i resti delle precedenti costruzioni che in parte sono oggi accessibili. La facciata è preceduta e nascosta da un elegante portico che si innalza da un'ampia gratinata. L'interno è di una certa grandiosità per la sfilata delle splendide colonne che lo dividono in tre navate conferendogli un aspetto teatrale, a causa del soffitto a volta molto ribassata, raffigurante "Il Miracolo delle Catene" del Parodi.

Secondo la tradizione le due catene (vincoli) con cui fu legato San Pietro sono ancora conservate sotto l'altare. 

Dal 1545, nel transetto di destra, si può ammirare uno dei capolavori dell’arte cinquecentesca, il Mosè di Michelangelo.

La statua fu scolpita nel 1513, per ornare il monumento funebre che Giulio II aveva commissionato al Buonarroti. L’artista aveva progettato un complesso architettonico e scultoreo grandioso, ma aveva dovuto sospenderne  l’esecuzione, in quanto l’interesse del papa era indirizzato tutto alla ricostruzione della basilica di San Pietro. L’idea del mausoleo sembrava accantonata. Per Michelangelo fu una delusione, un dolore che lo portò a definire la vicenda "la tragedia della sepoltura".

La scultura, abbandonata ogni idea di grandiosità architettonica, fu terminata dopo la morte di Giulio II.

La figura del profeta, disceso dal Sinai con le Tavole della Legge, è maestosa e terribile: egli trova gli israeliti intenti ad adorare un  vitello d’oro.  Le vene e i muscoli risaltano come se tutta la statua palpitasse sotto l’impulso dell’ira; il viso esprime la solennità e il furore.
Data di ultima verifica: 14/07/22 11:45