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Tipologia: Basilica minore

Indirizzo

Altro: Piazza di San Bartolomeo all'Isola, 22
Zona: Rione Ripa (Circo Massimo-Bocca Verità-Aventino) (Roma centro)

Contatti

Telefono: 06 6877973
Email: info@sanbartolomeo.org (prenotazione visite guidate)

Orario

Per gli orari delle messe e le modalità di visita rivolgersi ai contatti indicati.

Eventi in programma

Descrizione

La chiesa di San Bartolomeo ("De Insula") fu eretta nel X secolo dall'imperatore Ottone III sulle rovine del Tempio di Esculapio e dedicata a Sant'Adalberto. Fu restaurata su commissione del papa Pasquale II nel 1113, e quindi nuovamente nel 1180, dopo aver assunto il titolo di San Bartolomeo.

Rovinata e quasi completamente distrutta da una piena del fiume Tevere nel 1557, fu riadattata e rimodernata nel 1624 da Orazio Torriani, con una facciata barocca su due piani ed un portico. Infine, restaurata nel 1852. Spicca all'orizzonte e, visibile dalle rive del Tevere, il campanile romanico a trifore del XII secolo.
L'interno della chiesa è diviso in tre navate grazie a due ordini di quattordici antiche colonne. La particolarità della struttura è quella di possedere transetto ed abside rialzati. Il soffitto a cassettoni è ricco di dipinti ed affreschi (1865).

Sacconi Rossi
La "Veneranda confraternita de' devoti di Gesù Cristo al Calvario e di Maria Santissima Addolorata" nacque per iniziativa di un gruppo di fedeli nel 1760, con la protezione del cardinale Domenico Orsini. Otto anni dopo furono accolti presso la sede di San Bartolomeo all’Isola.

La congregazione ebbe il riconoscimento di papa Pio VI Braschi che nel 1784 le concesse di ricavare al piano seminterrato, sotto l’oratorio, un cimitero per seppellirvi i fratelli defunti.
I membri della confraternita, nello svolgere la loro attività, erano soliti indossare un mantello rosso con cappuccio: da qui derivò il nome popolare di Sacconi Rossi con il quale ancora oggi sono comunemente conosciuti. Sin dal principio si dedicarono al recupero delle salme rinvenute nel Tevere e a dar loro una degna sepoltura. I corpi, una volta recuperati, venivano portati in uno degli ambienti della confraternita e poi immersi in una vasca contenente acqua e calce spenta per essere disinfettati. Dopo la funzione religiosa le ossa scarnificate venivano deposte in maniera decorativa nella cripta del convento che divenne, nel corso del tempo, un imponente cimitero analogo a quello più famoso della cripta dei Cappuccini di via Veneto.
Nell’Ottocento, la confraternita subì un periodo di decadenza e, intorno al 1960, arrivò all’estinzione.
L'iniziativa ebbe poi a estinguersi, ma dal 1983 essa ha avuto nuovo impulso per merito dell'Arciconfraternita di S. Maria dell'Orto. Da allora, il 2 novembre di ogni anno una S. Messa viene celebrata nella Chiesa di S. Giovanni Calibita, officiata dai padri dell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio più noto come "Fatebenefratelli", cui fa seguito una suggestiva processione con le torce accese lungo le rive dell'Isola al fine di gettare nel Tevere una corona di fiori accompagnata dalle preci per i defunti.
La cerimonia vede i Sacconi Rossi e i "fratelloni" della Madonna dell'Orto uniti in preghiera con un gran numero di fedeli nella S. Messa serale di suffragio: la lunghissima processione salmodiante al lume dei ceri consente di rievocare la pia atmosfera delle più genuine tradizioni popolari d'un tempo.
Negli ultimi anni la tradizione della Confraternita dei Sacconi Rossi è stata raccolta dalla Comunità religiosa e ospedaliera del Fatebenefratelli del vicino ospedale di San Giovanni Calibita. Info: www.santamariadellorto.it

Vedi anche

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Data di ultima verifica: 13/07/22 15:13