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Tipologia: Fontane, Secolo XVII

Indirizzo

Indirizzo: Piazza Navona
Zona: Rione Parione (Navona-Campo de' Fiori) (Roma centro)

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Descrizione

Questa famosa fontana si trova al centro della piazza occupata nell’antichità dallo stadio di Domiziano. Alimentata dall’Acqua Vergine ed inaugurata il 12 giugno 1651 da Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), è opera di Gian Lorenzo Bernini, il cui progetto venne preferito a quello, più sobrio, del suo illustre rivale Francesco Borromini. Al centro della fontana, quasi sospeso sulla sottostante cavità, si innalza l’obelisco proveniente dal circo di Massenzio sull’Appia. Ai suoi piedi un alto basamento roccioso ospita quattro gigantesche statue, eseguite dai collaboratori del Bernini, che raffigurano i fiumi dei quattro continenti allora noti: il Nilo, simbolo dell’Africa, opera di Giacomo Antonio Fancelli; il Gange, simbolo dell’Asia, opera di Claudio Poussin; il Danubio, raffigurante l’Europa, di Antonio Raggi e il Rio della Plata, rappresentante l’America, di Antonio Francesco Baratta. Il Nilo ha la particolarità del capo velato, allusivo alle sorgenti ancora sconosciute nel XVII secolo mentre il Rio della Plata presenta, sparse sul suo fianco, delle monete, simbolo delle ricchezze dei territori americani. La scogliera è arricchita da fiori, frutti, animali: un serpente si trova sulla sommità del basamento, la chioma di una stupenda palma sembra battuta dal vento, un leone e un cavallo fuoriescono dalla cavità rocciosa mentre due delfini sono immersi nel bacino circolare. Lo stemma della famiglia Pamphilj, una colomba con il ramoscello di olivo nel becco, decora i lati del basamento e la sommità dell’obelisco. Alcuni atteggiamenti delle raffigurazioni, in particolare del Rio della Plata, con il volto spaventato e la mano sinistra levata come a difendersi dal crollo della vicina chiesa di S. Agnese in Agone, hanno acceso l’immaginazione popolare generando aneddoti sulla rivalità tra il Bernini e il Borromini. Aneddoti di pura fantasia perché quando la Fontana dei Fiumi era già stata ultimata, i lavori di costruzione della chiesa non erano ancora iniziati. Le ingenti spese per la costruzione del monumento provocarono un acuto malcontento contro Innocenzo X e sua cognata, l’ambiziosa Olimpia Maidalchini, da parte del popolo gravato, per l’occasione, da una nuova tassa sul pane. Inoltre il mercato, che fin dal 1477 si teneva in questa piazza, fu costretto a cambiare sede lasciando il posto a passeggiate e meditazioni, come riportato su un lato del basamento dell’obelisco. Piccole attività commerciali tuttavia avrebbero, nel tempo, ripreso a vivere, in questo straordinario scenario destinato dalla famiglia Pamphilj a divenire un capolavoro assoluto dell’arte barocca. Alla metà del Seicento risale anche l’usanza, durata fino al 1867, di allagare la piazza, nelle afose giornate d’agosto, tramite la chiusura degli scarichi delle fontane.

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Data di ultima verifica: 02/08/23 11:05