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Date: 2016-10-02

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Address

Address: Via Giacinto Carini, 78
Zone: Quartiere Gianicolense (Roma ovest)

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Description

Teatro Vascello
Domenica 2 ottobre ore 19.00
Hai appena applaudito un criminale
di e con Daniela Marazita
regia Alessandro Minati
elementi di scena Teresa Fano
produzione Elledieffe
E’ tratto dall’omonimo libro di Daniela Marazita, divenuto un caso letterario sia pure di nicchia, lo spettacolo Hai
appena applaudito un criminale, intenso racconto dell'esperienza di una donna che sfida il pregiudizio estremo,
scegliendo di fare teatro in carcere con uomini colpevoli di indicibili reati.
L’autrice e interprete renderà il pubblico partecipe della sua esperienza di laboratorio teatrale condotta nel
carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. Un’altalena di sentimenti e contraddizioni - dalla diffidenza alla paura,
dallo scoramento al riscatto, dalla seduzione al tradimento, dal giudizio morale al dolore, dall’impotenza al
rigore, dalla violenza alla finzione – va a disegnare la cronaca di un'esperienza, trasfigurata grazie all’azione
teatrale, che apre una riflessione anche sulle prigioni interiori, sul bene, sul male, sul valore della diversità di
genere. Un femminile che interroga e si interroga, come la Nina Simone alla quale da voce Nicola Russo nel
suo spettacolo programmato nella stessa serata.
POSTI LIMITATI, E’ CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE TEL. 334.8464104 - DURATA 60’

Teatro Vascello domenica 2 ottobre ore 15.00
Quella notte che la notte non venne
drammaturgia Emanuele Di Giacomo
con Ottavia Leoni e Chiara lombardo
disegni e scenografie Schegge di Cotone, costumi Eva Seeber
una produzione Asociazione Ersilio M., Teatro Il Moderno, Schegge di Cotone
L’importanza della lingua, il valore delle parole per descrivere, ma anche per immaginare, un mondo più bello:
nasce da qui la fantasiosa storia di due sorelline. L’improvvisa scomparsa di Vola catapulta Margherita in un
viaggio misterioso. Per ritrovarla dovrà attraversare strani universi in cui la normale grammatica quotidiana
sembra impazzita. Tra sparizioni di lettere e di parole, regole inventate e stravolte, Margherita si confronterà con
tutta la bellezza della lingua italiana. Una lingua piatta, povera, è anche lo specchio di un mondo misero,
uniforme e banale. Insieme alle parole si comincia a perdere l’attenzione per una realtà ricca di sfumature: tutto
inizia ad assomigliarsi, tutto diventa pian piano uguale per poter essere descritto con le solite duecento parole.
Ecco che allora prendersi cura della nostra lingua diventa un modo per resistere alla banalità.
ETA’CONSIGLIATA: DAI 7 ANNI
prima nazionale DURATA 55’

Teatro Vascello domenica 2 ottobre ore 17.00
Vite al confino
tratto da La città e l’isola - Omosessuali al confino nell’Italia fascista
di Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio
adattamento, interpretazione e regia Nicola Russo
video e live drawing Lorenzo Lupano, grafica Liligutt Studio
produzione Monstera in collaborazione con Le vie dei Festival
Nicola Russo porta sulla scena le vicende dell’arresto e del confino di giovani omosessuali catanesi negli anni
del fascismo, ricostruita da Goretti e Giartosio attraverso testimonianze e fonti di archivio. E sceglie la forma
della lettura scenica, come modo per avvicinarsi con rispetto e con il necessario distacco a delle storie di vita
reali. Ad accompagnarlo in questo delicato percorso gli interventi video e di disegno dal vivo di Lorenzo Lupano.
prima nazionale DURATA 50’

Teatro Vascello domenica 2 ottobre ore 19.00
Ritornanti
recital da Spiritilli, Rondò, Cartesiana
di e con Enzo Moscato
e con Giuseppe Affinito
produzione Compagnia teatrale di Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo
Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-montare sono modalità ricorrenti nel lavoro di Enzo Moscato, affermato
autore e interprete del nostro teatro. Anche i testi che vanno a comporre Ritornanti sono stati parte di altri suoi
spettacoli qui accostati in maniera diversa. Ciò non significa certo riproporle così come sono o come sono state
ma, al contrario, farle agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro uno spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro
un differente modo di capirle o percepirle. Quindi permearle di “altri” sentimenti, che le nutrono, danno loro una
nuova vita, una nuova forma, che le fa percepire come diverse anche al pubblico. Dice l’autore: “….. nessuna
parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già
vissuti, dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti. Il nomadismo della ricerca, lo spostamento
continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser disgiunto mai dal rassicurante, naturale,
portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie masserizie, ideologiche o grammaticali.”
DURATA 60’