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Date: 2016-07-29

Opening times

ore 21.00

Held in

Address

Address: Viale di Porta Ardeatina, 55
Zone: Quartiere Ardeatino (Roma sud)

Information

€ 15,00

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Description

Doppio concerto: in apertura di serata:
Di Bonaventura / Guidi Duo
con Daniele Di Bonaventura, bandoneon
e Giovanni Guidi, pianoforte.

Al Parco della Casa del Jazz un duo di recentissima costituzione a cui hanno vita Giovanni Guidi, pianista prediletto di Enrico Rava, finissimo improvvisatore e raffinato compositore e Daniele Di Bonaventura, bandoneonista di grande sensibilità, attivo in varie situazioni, tra cui l’applaudito duo con il trombettista Paolo Fresu.Sia Di Bonaventura che Guidi prediligono atmosfere dal marcato lirismo e dall’accentuata cantabilità, senza mai scadere nel sentimentalismo di facile deriva. Nella loro musica non viene per altro dimenticata l’imprevedibilità, l’irrequietezza, la sfida alle regole, l’inquietudine (che caratterizza la storia di uno strumento come il bandoneon). Grazie alla loro capacità di mettersi e rimettersi continuamente in gioco, con un atteggiamento disinibito, ma inflessibile, i due, ponendosi a nudo davanti all’ascoltatore, pongono al centro del loro mondo il sentimento vero al servizio di una musica sempre ispirata, che trae suggestioni dal tango, dal blues, dal minimalismo, dal Mediterraneo, dall’Africa e da tanto altro ancora.

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A seguire:
MICHAEL BLAKE QUARTET con
Michael Blake, sax
Giovanni Guidi, pianoforte
Joe Rehmer, contrabbasso
Jeremy Clemons, batteria.
Sassofonista tenore e soprano dal suono sensuale e aggressivo al tempo stesso, Michael Blake spazia con fluidità tra vari generi musicali.

Noto anche per le sue collaborazioni con Ben Allison, Enrico Rava, Steven Bernstein, e per anni i Lounge Lizards. Il sassofonista canadese non è un tradizionalista, anzi. Semmai la sua capacità vera è quella di essere sempre sottilmente lieve. E questo gli consente di pescare a piene mani dalla tradizione, estrapolando concetti, sentimenti, tic e piccole manie. Lo fa con intelligenza e capacità di lettura, per poi scarnificarli e asciugarli al sole della modernità. Solo a questo punto li fa definitivamente suoi. Fra i contemporanei è certamente uno dei sassofonisti più convincenti. Non è apparentemente troppo radicale, ma alla lunga la sua coerenza paga forse anche di più delle tante scelte più aggressive ed estreme. Il suo suono è perfettamente centrato ed espressivo, con il giusto apporto di soffio e con una articolazione eccellente.