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Date: 2022-05-19

Opening times

Giovedì 19 maggio 2022
ore 18.00

Held in

Addresses

Address: Via Francesco Crispi, 24
Zone: Rione Campo Marzio (P.Spagna-P.Popolo-Pincio) (Roma centro)
Disabled access: Via Zucchelli, 7
Zone: Rione Colonna (Pantheon-Montecitorio-Barberini) (Roma centro)
E’ necessario richiedere l’apertura dell’accesso disabili, citofonando in via Crispi, 24 oppure telefonando ai numeri della Galleria: 06 4742848; 06 4742909

Information

Ingresso al chiostro-giardino gratuito fino ad esaurimento posti (massimo 60 partecipanti) non è possibile visitare le mostre in corso.

Tel 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo

Modalità di partecipazione: Booking required

Contacts

Description

Presentazione del volume di Gabriele Simongini nell’ambito della serie di INCONTRI D’ARTE, CULTURA E VITA ALLA GAM. 

Interventi di:
Cesare Biasini Selvaggi
Direttore editoriale Exibart

Federica Pirani
Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina

Raffaele Simongini
Docente e Storico del Cinema

Manfredi Nicolò Maretti
Editore

È presente l'autore

Il volume di Gabriele Simongini riflette sulle componenti strutturali dell'arte del XXI secolo e, in particolare sul ruolo degli artisti, i quali, tanto più oggi, possono dare un contributo fondamentale perché gli esseri umani restino tali di fronte ai profondi mutamenti antropologici provocati dalle inesauste innovazioni tecnologiche. Purtroppo anche l’arte è oggetto di un’aggressione parassitaria da parte della moda, del design, dei social network, della speculazione finanziaria e del marketing che è parallela alla costante, progressiva cancellazione della memoria e della natura, alla quale stiamo assistendo passivamente se non partecipando attivamente con i nostri comportamenti quotidiani. Con questo lungo saggio l'autore intende quindi fornire un contributo a una riflessione più ampia, che non separi l’arte dal contesto economico e sociale in cui viviamo con tutti i suoi cambiamenti, non di rado inquietanti. Nel segno di un pluralismo polifonico che superi e purifichi l’ego autoriale si è ricorso ad una sorta di dialogo ideale e a un montaggio di voci autorevoli, diverse e disseminate nel tempo, che hanno colto quasi profeticamente i segni dell’annichilimento di arte, natura e memoria. L’obiettivo, senza alcuna intenzione di demonizzare la tecnologia e tenendo conto che l’ibridazione fra gli esseri umani e la tecnica è ormai inevitabile, è quello di ipotizzare come proprio l’arte possa salvaguardare l’identità della specie umana, prima di tutto riallacciando legami profondi, primigeni e ramificati con la memoria e con la natura, ma anche contrastando la colonizzazione del vivente, che va tutelato nella sua singolarità, da parte delle macchine.

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