Opening times
Giovedì 19 maggio 2022
ore 18.00
Held in
Addresses
Information
Ingresso al chiostro-giardino gratuito fino ad esaurimento posti (massimo 60 partecipanti) non è possibile visitare le mostre in corso.
Tel 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo
Contacts
Description
Presentazione del volume di Gabriele Simongini nell’ambito della serie di INCONTRI D’ARTE, CULTURA E VITA ALLA GAM.
Interventi di:
Cesare Biasini Selvaggi
Direttore editoriale Exibart
Federica Pirani
Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina
Raffaele Simongini
Docente e Storico del Cinema
Manfredi Nicolò Maretti
Editore
È presente l'autore
Il volume di Gabriele Simongini riflette sulle componenti strutturali dell'arte del XXI secolo e, in particolare sul ruolo degli artisti, i quali, tanto più oggi, possono dare un contributo fondamentale perché gli esseri umani restino tali di fronte ai profondi mutamenti antropologici provocati dalle inesauste innovazioni tecnologiche. Purtroppo anche l’arte è oggetto di un’aggressione parassitaria da parte della moda, del design, dei social network, della speculazione finanziaria e del marketing che è parallela alla costante, progressiva cancellazione della memoria e della natura, alla quale stiamo assistendo passivamente se non partecipando attivamente con i nostri comportamenti quotidiani. Con questo lungo saggio l'autore intende quindi fornire un contributo a una riflessione più ampia, che non separi l’arte dal contesto economico e sociale in cui viviamo con tutti i suoi cambiamenti, non di rado inquietanti. Nel segno di un pluralismo polifonico che superi e purifichi l’ego autoriale si è ricorso ad una sorta di dialogo ideale e a un montaggio di voci autorevoli, diverse e disseminate nel tempo, che hanno colto quasi profeticamente i segni dell’annichilimento di arte, natura e memoria. L’obiettivo, senza alcuna intenzione di demonizzare la tecnologia e tenendo conto che l’ibridazione fra gli esseri umani e la tecnica è ormai inevitabile, è quello di ipotizzare come proprio l’arte possa salvaguardare l’identità della specie umana, prima di tutto riallacciando legami profondi, primigeni e ramificati con la memoria e con la natura, ma anche contrastando la colonizzazione del vivente, che va tutelato nella sua singolarità, da parte delle macchine.