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Date: 2020-03-02

Description

Il manoscritto del Principe Secondo appuntamento di una serie eventi dedicati ai restauri recenti della Cineteca Nazionale, presentati con successo all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il manoscritto del Principe di Roberto Andò narra gli ultimi anni di vita del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore de Il Gattopardo, e il rapporto intellettuale che lo scrittore intrecciò con due suoi giovani allievi, l’aristocratico Guido (nella realtà Gioacchino Lanza Tomasi, che diventò musicologo e figlio adottivo del Principe) e il piccolo borghese Marco (nella realtà Francesco Orlando, che diventò docente di letteratura), i quali si contendevano la predilezione e l’eredità spirituale del principe. Tomasi di Lampedusa divideva gli scrittori in due categorie: i “magri”, dallo stile asciutto, allusivo, reticente, che non rivelano apertamente l’intimità dei personaggi, e i “grassi”, dallo stile rigoglioso, minuziosamente descrittivo, che – soprattutto attraverso i dialoghi – dispiegano esplicitamente ogni dettaglio dell’anima dei personaggi. Il film di Andò, affrontando temi come il contrasto tra nobiltà e borghesia (centrale anche nel Gattopardo), sceglie lo stile magro, il sottinteso, l’implicito, per parlare di passioni inespresse, e sembra quasi dire, come scrisse il principe, che «il carattere della gente noi lo comprendiamo di massima attraverso le loro azioni, i loro sguardi, i loro balbettii, l’aggrovigliamento delle loro dita, i loro silenzi o la loro subitanea loquela, il colore delle loro guance, il ritmo del loro passo». 16.30 Il manoscritto del Principe di Roberto Andò (2000, 90’) Prodotto dai fratelli Tornatore, il film è ambientato a Palermo negli anni Cinquanta e racconta l’ultima fase della vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo scrittore del Gattopardo. Il restauro è stato realizzato nel 2019 dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale a partire dal negativo originale 35mm e dal negativo sonoro ottico messi a disposizione da Francesco e Giuseppe Tornatore. Tutte le lavorazioni, realizzate presso il laboratorio Studio Emme di Roma, sono state approvate dal regista Roberto Andò. La supervisione al restauro del colore è stata realizzata a cura del direttore della fotografia Enrico Lucidi. a seguire incontro moderato da Alberto Crespi con Roberto Andò, Fabio Ferzetti, Salvatore Marcarelli

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