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Date: 2017-10-12

Description

GIAMAICA, Luigi Faccini Italia, 1998, 80’ c’era una volta un ragazzo che aveva un sogno...

Soggetto, Sceneggiatura e Montaggio: Luigi Faccini. Fotografia: Marco Sperduti. Presa diretta del suono: Fabrizio Andreucci. Scenografia: Marco Dentici. Costumi: Fabiola Di Vittorio. Decorazione e murales: Tiziano Giuffrida. Fotografo di scena: Umberto Montiroli. Montaggio: Romano Pampaloni. Musica: Livio BernardiniAntonio Lombardi, Egildo Simeone. Missaggio: Adriano Taloni. Regia: Luigi Faccini.

Con: Giuseppe ApolloniZeremariam BeniniTiziano GiuffridaStefano GuerrieroGiuseppe TalaricoE con: Ludgero Fortes Dos SantosGiampiero LisarelliAzieb BeyanPaola BacchettiAlberto RossattiLourdes De ArrudaFrancesco GagliardiEva GaudenziFiammetta Spina.

Produzione: Una produzione REIAC Film srl di Marina PipernoRai Cinema e Fondo di Garanzia del Ministero dei Beni CulturaliSviluppo e stampa: Servizi SpA. Girato in Kodak 35 mm colore. Durata: 84’. Distribuzione cinematografica: MIKADO. Distribuzione in cassetta: MEDUSA video.

Nella periferia di una metropoli notturna, istoriata dai murales e dai graffiti delle ultime generazioni giovanili, un ragazzo di colore muore bruciato nell’incendio doloso del ‘centro sociale’ che l’ospitava. Aveva sognato un viaggio verso il reggae, la ganja e la tolleranza dei rasta giamaicani... Chi sono i colpevoli dell’assassinio? Gli amici del ragazzo ucciso ne immaginano l’identità, ma più che cercarli rievocano dolorosamente i frammenti di quella vita spezzata. Un furgone dai colori squillanti, vera e propria scialuppa di salvataggio in un mare di insicurezza e di violenza, li trasporta e li protegge, mentre ad uno di essi sta per nascere un figlio, ma senza sapere in quale ospedale sia finita la sua giovanissima moglie. Morte e compianto, vita e speranza, si intrecciano durante quella lunga notte, sfiorando la verità e scoprendo sentimenti di amicizia e paternità che nessuno di quei giovani aveva mai immaginato esistessero... Auro B. non aveva ancora 18 anni quando morì bruciato nell’incendio del centro sociale che in quella notte l’ospitava. Era figlio di un’eritrea e di un italiano. Non era nato a Roma ma si esprimeva nel romanesco impoverito dei ragazzi di oggi. Aveva fronte spaziosa oltre gli occhi grandissimi e un’unica treccia nera che gli arrivava fino al fondo della schiena. Ti salutava con il sorriso innocente e spavaldo di chi ha davanti un mondo da conquistare. Certissimo di farcela. Ma gli pesava essere di colore. Reagiva duramente alle aggressioni razziste. Conobbi Auro B. nel 1991, mentre preparavo Notte di stelle. Me lo presentò Tiziano Giuffrida che di quel film sarebbe stato il protagonista. «Che cosa sai fare?», gli chiesi. Auro mi guardò, sfottente. «Nun zo ffa’ gnente...», disse, suggerendo, invece, speciali abilità. Poi accennò passi di breakdance. Sfidò Tiziano. Erano due campionicini che si erano esibiti sui pavimenti lisci della Galleria Colonna, in centro. Fecero a gara a chi ruotava di più sulle spalle. Vinse Auro. Da terra si rimise in piedi con uno scatto di reni. «Ma nun me devi ripija’ contro 'sta mmerda griggia...», disse, indicando i palazzoni di cemento di Tor Bellamonaca. Auro vendeva Cd “in piazza” sul banchetto improvvisato di un parente. Avrebbe voluto andarsene in Giamaica. Sogno di chi vede nel reggae e nella marijuana libera la via della pacificazione interiore e della tolleranza... Feci appena in tempo ad immaginare un folletto danzatore che tentava di sfuggiva alla desolazione delle periferie, per diventare “persona”, che Auro era già stato cancellato dalla vita. A Tiziano, e ai suoi amici che proseguirono con me l’avventura di Notte di stelle promisi che avrei scritto un film per lui. Perché Auro non venisse dimenticato, perché della sua giovane vita non si perdesse il segno. Con Giamaica ho adempiuto a quella promessa. Un film per rabbia e per affetto. Un film perché il sentimento adulto del ricordare si stabilisse per sempre nella mente e nel cuore dei suoi amici. Ma anche di coloro che Auro non hanno mai conosciuto. Un film sull’amicizia e sul crescere faticoso dei giovani...

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